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giovedì 19 gennaio 2023

Dopo tutto la terra è un bel posto

Ogni brava persona nel mondo porta con sé il proprio fardello.

James Lee Burke, Gesù dell'uragano e altre storie (Jimenez 2022).

Una toccante antologia di racconti aventi come sfondo la Costa del Golfo e come temi l'amicizia, l'infanzia, la guerra, la violenza degli uomini e della natura (gli uragani del Golfo), dalla seconda metà del 900 in poi. 

Quando sento che dopo tutto la terra è un bel posto, devo piangere solo un momento per quelle persone che anni fa hanno vissuto una vita che non avevano scelto, che hanno portato fardelli che non erano i loro.

[...]

E tutto questo mi portò a uno di quei momenti della vita in cui si capisce finalmente che non ci sono risposte ai grandi misteri, tipo perché gli innocenti soffrono, perché esistono le malattie e le guerre, e tutto quel genere di cose. Capii anche che quello che chiamiamo destino è determinato solitamente da due o tre decisioni casuali che in superficie sembrano importanti quanto sputare la gomma in un tombino.

domenica 26 giugno 2022

Giovane per sempre

La giovinezza era giovane per sempre. Ad invecchiare era solo la vecchiaia.

Jack London, Storie di boxe.

sabato 18 giugno 2022

Solo adesso


La paura bussava alla porta di ogni ricordo per trovare accesso alle segrete stanze del suo cuore. 

[...] 

E quando la porta si richiuse, fu come si fosse chiuso il coperchio di una bara. 

[...] 

Ecco d'improvviso la realtà.

[...] 

Ineluttabile era dunque la catastrofe.

[...] 

Solo adesso che tutto volgeva al termine, avvertiva come possibile un nuovo inizio.

Stefan Zweig, Paura, 1930.


domenica 17 aprile 2022

Dimmi cosa mangi

Dimmi cosa mangi, ti dirò chi sei.

Una cena molto originale. Breve racconto scritto di Fernando Pessoa, in inglese, a solo 19 anni. A metà strada tra il noir e l'horror, con suggestioni di Edgar Allan Poe. 

Notevole l'abilità descrittiva dei tratti psicologici nascosti del protagonista, Herr Prosit, presidente della Società di Gastronomia di Berlino, uomo apparentemente e costantemente ilare, allegro ed affabile, eppure caratterizzato nel profondo da una serietà innaturalecome qualcosa di simile al dolore, che gli altri tuttavia non vedevano, non notavano. 

Come in una notte di bufere in cui si susseguono le une alle altre, ma a intervalli, colui che ne è testimone considera l'intera notte una notte di tempesta, dimenticando gli intervalli tra i momenti più violenti e attribuendo alla notte la caratteristica che lo ha colpito di più; così seguendo un'inclinaziobe dell'animo umano, si diceva che Prosit fosse un uomo allegro, perché ciò che più colpiva in lui era l'allegria fragorosa, la sua gioia rumorosa. Nella tempesta il testimone dimenticava il profondo silenzio degli intervalli. 







domenica 3 aprile 2022

Il vero disastro

"Il vero disastro è che lui non ha più un cuore di cane ma un cuore di uomo" .

Michail Bulgakov, Cuore di Cane

"La scienza non è ancora riuscita a trasformare le bestie in uomini". Ma gli uomini in bestie sì. 

sabato 5 marzo 2022

Se non mi fossi sembrato un angelo

"Non mi saresti apparso allora un diavolo, se non mi fossi sembrato un angelo, al tuo primo apparire".

Heinrich Von Kleist, La marchesa von O.

mercoledì 2 marzo 2022

Dentro per anni

Il sozzo carico di male che si tiene dentro per anni e nessuno si accorge di avere.

(Dino Buzzati, Non aspettavano altro)

domenica 27 febbraio 2022

Il semolino

Avevo diciotto anni quando scelsi il semolino, e dirò subito che non fu una decisione imposta dai miei, e neanche dettata dall'interesse. La verità è che il semolino a quell'epoca mi piaceva, e io credevo sinceramente che potesse farmi lieto per tutta la vita. Debbo anche aggiungere che non avevo grande esperienza alimentare, come la maggior parte dei nostri giovani: qualche tozzo di pane, un paio di mele, una fettina di salame. Ora, si sa come sono fatti i ragazzi: usciti dalla fase dell'alimentazione notturna e inconsapevole, con poche e distorte informazioni sul cibo, non vedono l'ora di sceglierne uno, e finiscono per prendere la prima cosa che gli solleciti l'appetito. Per parte mia lo dico sempre, ai giovani che m'accade di conoscere; queste sono scelte che purtroppo, nella nostra società dominata dal tabù alimentare, non ammettono poi rimedi, tranne questo, di ricorrere, come facevo appunto io, alla bistecca clandestina, consumata in segreto e quasi al buio, con la complicità di una cuoca contrabbandiera, che oltretutto te la fa pagare un occhio della testa, perché la legge Merlin è assai pesante, per questi reati: fino a sette anni per chi favorisce l'alimentazione altrui, e ne trae profitto.

Luciano Bianciardi, La solita zuppa (in LA solita zuppa e altre storie): uno dei racconti più belli e sorprendenti letti ultimamente. Una satira ironico-surreale su sesso, cibo e società dei consumi negli anni 60, con tanto di riferimenti politici (il divorzio, la legge Merlin) e religiosi (la predicazione di Gesù). Il tabù sessuale diventa tabù alimentare, mentre la società del benessere ha fatto del sesso un bene di consumo per grandi e piccini. 

Testo divertente, scorretto, acuto, coraggioso, scritto benissimo.

sabato 1 gennaio 2022

Gli incanti celesti

Ma tu... tu mi comprendi perché so che anche per te è aperto il meraviglioso e romantico regno ove abitano gli incanti celesti dei suoni.

Ernst Theodor "Amadeus" Hoffmann, Racconti musicali, Il Sole 24 Ore.

L'idea romantica della musica come sogno, come incanto, come inganno, drammatico o stravagante sodalizio di anime elette.

domenica 12 aprile 2020

Piccolo Abu

E beati quelli da cui il Signore arriva così, senza che loro se l'aspettano e tutt'a un tratto se lo vedono in mezzo a loro. 

Il piccolo Abu, invece, il suo Signore lo aspettava da sempre, ogni giorno, specialmente a Pasqua. 

Sempre ho tenuto pronto per lui e per gli amici. Ma specialmente a Pasqua, vuoi che non preparo? Questa è casa sua, qui deve venire, [...] mi metto dietro la porta e sto lì a aspettare. 
"Tutta la notte dietro la porta?" 
"E dove se no?" 

Piccolo Abi è una perla, non so se la più bella, nella collana di racconti pubblicati per la prima volta nel 1956 da Elena Bono per Garzanti - Morte di Adamo e altri racconti - e ripubblicati nel 2016, 2 anni dopo la morte dell'autrice, dall'editore Marietti (che ha scelto di separare dalla collana un altro capolavoro che è La moglie del procuratore).

Elena Bono decidere di raccontare i fatti centrali del Vangelo attraverso figure minori o addirittura sconosciute, ricostruendo con l'immaginazione la realtà dell'incontro di ogni uomo, a suo modo, con il Mistero. Il Cristo non compare mai se non come figura muta, attesa, evocata. È un'assenza che riempie le pagine e lascia libero il campo al gioco drammatico della libertà.

Leggendo questi racconti, prima ancora di terminare la lettura, il critico letterario Emilio Cecchi sentì il bisogno di scrivere all'autrice "cento volte brava!". “È un libro bellissimo; ci sono cose magnifiche, nuove, intensissime [...] piene di talento e d'arte".

Piccolo Abi è la storia totalmente inventata dell'uomo con il secchio o la brocca d'acqua che Gesù manda a cercare per trovare il luogo dove preparare la Pasqua, la sua ultima cena. Il Vangelo non dice altro di lui, mentre Elena Bono immagina sia un vecchio servitore pazzo, rimasto da solo a custodire la casa del suo antico padrone, partito per un lungo viaggio e mai più tornato.

Da allora il vecchio, che non si arrende all'idea che il suo padrone e signore sia morto, prepara ogni anno il cenacolo per la Pasqua, con un calice d'oro al centro della tavola. 

La sua tenera follia, la sua innocenza e la sua fedeltà sconcerteranno i due discepoli (soprattutto il pragmatico Tommaso), ma saranno premiate dal Maestro, che giungerà sulla soglia di quella casa.

È il mio cuore che lo chiama, è il mio cuore che gli corre incontro.

giovedì 1 novembre 2018

Di pietre e di spine

Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d'inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare, e la terra sembra navigare sulle acque. I pastori stanno nelle case costruite di franche e di fango, e dormono con gli animali [...]

È una vita alla quale occorre essere iniziati per capirla, esserci nati per amarla, tanto è piena, come la contrada, di pietre e di spine [...]

È una civiltà che scompare, e su di essa non c'è da piangere, ma bisogna trarre, chi ci è nato, il maggior numero di memorie.

Corrado Alvaro, Gente in Aspromonte (1930)



mercoledì 15 luglio 2015

Un ricamo fatto sul nulla


I nostri antenati di antenati, di Italo Calvino. La raccolta delle tre 'favole' moderne Il visconte dimezzato, Il barone rampante e Il cavaliere inesistente, scritte e pubblicate tra il il 1950 e il 1960. Un classico della letteratura scolastica, un libro troppo perfetto - vale come critica - per essere vero, compresa la nota dell'autore, che spiega e interpreta se stesso scrittore e il senso del suo lavoro: "un albero genealogico degli antenati dell'uomo contemporaneo, in cui ogni volto cela qualche tratto delle persone che ci sono intorno, di voi, di me stesso". L'uomo dimidiato contemporaneo, alienato o represso, per dirla con Marx o con Freud (il visconte). L'intellettuale impegnato amico del popolo ma dal popolo separato, l'illuminista rivoluzionario con un'etica religiosa ma senza religione (il barone). L'uomo che ha perso completamente se stesso, annullato nella sua identità e individualità (il cavaliere).

"Anziché sforzarmi di scrivere il libro che io dovevo scrivere - afferma Calvino nell'introduzione - il romanzo che ci si aspettava da me, preferivo immaginarmi il libro che mi sarebbe piaciuto leggere". E ancora, nella nota conclusiva: "Questa formula del divertimento io l'ho sempre intesa che chi deve divertirsi è il lettore". E in effetti, i nostri antenati è un libro molto divertente, ironico e fantasioso, come sarà sempre lo stile dominante di Calvino, ma anche un libro segnato da una profonda venatura di tristezza: la storia di questi protagonisti e il loro stesso funambolico racconto ("questo filo d'inchiostro") alla fine è "un ricamo fatto sul nulla", che pare il giudizio definitivo sull'esistenza umana.



sabato 8 febbraio 2014

Vale la pena


Riprendo a scrivere, ma soprattutto a leggere, dopo moltissimo tempo. Mi imbatto per caso, dentro casa, nella lettura di un libretto che non so neanche come è finito sul mio comodino. Sono 4 racconti di Ernest Hemingway raccolti nel volume "Sotto il crinale", tutti ambientati nella Spagna della guerra civile. Conservo nella memoria le poche frasi che qui appunto:

"Qualunque atto di bontà si possa fare nella propria vita, per piccolo che sia, vale senz'altro la pena di farlo" (La denuncia)

"Questa gaiezza malintesa che si scontra con la mortale serietà" (La farfalla e il carro armato)

"Quando le cose vanno bene e sei tu a sentirti giù di corda, un bicchiere può farti sentir meglio. Ma quando sono le cose ad andar male, e tu bene, un bicchiere non può far altro che chiarirti ulteriormente il concetto" (La sera prima della battaglia)

"Qual è la tua linea politica?" "Odio tutti gli stranieri" disse. "È un programma piuttosto vasto". "Odio i mori, gli inglesi, i francesi, gli italiani, i tedeschi, i nordamericani e i russi" (Sotto il crinale)