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lunedì 10 giugno 2024

Posseduto dalla verità

Gustav Janouch, Conversazioni con Kafka. Uscito per la prima volta nel 1951, in seconda versione nel 1968, rappresenta un documento "unico e imperdibile", perché riporta pensieri e considerazioni inedite del grande scrittore praghese, raccolte in via colloquiale dal giovane Gustav, aspirante scrittore anche lui, in una frequentazione amicale e intellettuale risalente agli anni 20 del secolo XX. Il padre di Gustav era collega di Kafka presso l'Istituto di Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, luogo principale dove si svolgono la gran parte di queste conversazioni.

Franz Kafka parla di tutto: la scrittura, l'arte, la verità, la guerra, la società, l'ebraismo, la fede, la malattia, la sua personale condizione esistenziale.
Ne emerge un ritratto intenso e misterioso dello scrittore - un "santo posseduto dalla verità" - che offre al lettore inesauribili spunti di riflessione.

venerdì 10 maggio 2024

Il tribunale

Il tribunale non vuole niente da te. Ti accetta quando vieni, e ti lascia andare quando vai.

Franz Kafka, Il processo (1924)

martedì 19 febbraio 2008

Meta senza strada

"C'è la meta ma non c'è la strada per arrivarvi" (Kafka)

Dopo gli autori della "strada senza meta", del viaggio senza fine di ricerca e smarrimento, Giovanni Casoli nel sul libro Vangelo e letteratura passa a considerare l'inverso, cioè quella condizione della letteratura e delle arti che crede nella meta ma non, o ben poco, nella strada per giungervi. Sono quegli scrittori e artisti che sognano una "terra promessa" dovuta e necessaria, ma negano contemporanemanete la possibilità di raggiungerla. Con Kafka, anche Proust, che non procede Alla ricerca del tempo perduto sulla via del ricordare (non c'è la via) ma attraverso illuminazioni imprevedibili accese da riscontri materiali-psicologici.

Sono gli autori - aggiunge Casoli - del primato dell'impossibile (la meta), che per quanto iraggiungibile appare comunque necessario e non surrogabile con sostituzioni di qualsisasi tipo.

Anche qui, una schiera di grandi artisti accompagna e convalida l'affermazione di questa "meta senza strada" - Kandinskij, klee, Pollock, Rothko, Burri - con il loro cortocircuito tra l'ideale e il reale, che appare come un orizzonte favoloso e irraggiungibile, ma irrinunciabile.