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domenica 6 dicembre 2020

L'Agnello e la Tigre

L'Agnello, dai Canti dell'innocenza (1789).
La Tigre, dai Canti dell'esperienza (1794).

Due poesie suggestive di William Blake che esprimono bene, lette insieme, la poetica di questo autore visionario (1757-1827), per il quale "ogni cosa vivente è sacra" ma segnata dall'irrudicibile ambivalenza della creatività divina: l'innocenza dell'agnello e la forza terribile della tigre. L'uomo non può pretendere di giungere a un soluzione definitiva del dramma esistenziale. 

L'AGNELLO

Piccolo Agnello, chi ti ha fatto?
Lo sai chi ti ha fatto?
Ti ha dato la vita e ti ha insegnato a nutrirti
Vicino all'acqua e sopra il prato;
Ti ha dato un vestito di gioia,
Soffice vestito, di lana, luminoso;
Ti ha dato una tale tenera voce
Che fa tutte le valli liete?
Piccolo Agnello, chi ti ha fatto?
Lo sai chi ti ha fatto?

Piccolo Agnello, te lo dirò,
Piccolo Agnello, te lo dirò:
Egli è chiamato con il tuo nome,
Perchè lui chiama sé un Agnello.
Egli è dolce e egli è mite;
Egli è diventato un bambinello:
Io un bambinello e tu un agnello,
Siamo chiamati con il suo nome.
Piccolo Agnello, che Dio ti benedica,
Piccolo Agnello, che Dio ti benedica.

LA TIGRE

Tigre, Tigre, che bruci luminosa
Nelle foreste della notte, 
Quale immortale mano o occhio
Ha potuto foggiare la tua terribile simmetria? 

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi? 
Su quali ali ha osato levarsi? 
Quale mano osò afferrare il fuoco? 

Quali spalle e quale arte
Poterono piegare i tendini del tuo cuore? 
E quando il tuo cuore prese a battere? 
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede? 

Quale il martello? Quale la catena? 
In quale fornace era il tuo cervello? 
Quale l'incudine? Quale terribile presa
Osò serrare i suoi mortali terrori? 

Quando le stelle buttarono giù le loro lance
E bagnarono con le loro lacrime il cielo, 
Sorrise lui alla vista del proprio lavoro? 
Ti fece colui che fece anche l'Agnello? 

Tigre, Tigre, che che bruci luminosa
Nelle foreste della notte, 
Quale immortale mano o occhio
Ha osato foggiare la tua terribile simmetria? 


domenica 29 novembre 2020

L'esistenza come immaginazione

Preparandomi a leggere le Visioni di William Blake (1757-1927), trovo questa sua citazione:

«L'immaginazione non è uno stato mentale: è l'esistenza umana stessa». 

È un concetto moderno di immaginazione quello proposto da Blake, accompagnato dalla convinzione che l'umanità possa superare i limiti a lei posti dai cinque sensi: 

«Se le porte della percezione (the doors of perception) fossero purificate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, infinito». 

Una suggestione che ha condizionato, tra i tanti, un grande gruppo musicale degli anni 70 e il suo leader, i Doors di Jim Morrison