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La nostra paura del peggio è più forte del nostro desiderio del meglio"
Si riflette troppo poco sul potere che ha la paura - le paure - sulla nostra vita. Fatta eccezione per i testi anche divulgativi di psicologia e per i percorsi psicoterapeutici, se ne parla un po' a livello politico, sui giornali, da quando è diventata consuetudine cavalcarla impunemente a fini elettorali. Se ne parlava un tempo a scuola, barcamendasoi nelle interrogazioni tra pessimismo romantico e ottimismo positivista. Se ne parla pochissimo ancora nei percorsi di fede, di discernimento spirituale.
La letteratura, come spesso capita (quando è buona), ci viene in soccorso. Anche sotto forma di citazioni. Quella in apertura, che dice una profonda e dura verità, è di
Elio Vittorini.Mi fa menire in mente un passaggio di un racconto di
Flannery O'Connor che mi ero segnato. Si chiama
Un cerchio nel fuoco e racconta la storia della signora Cope, proprietaria di un appezzamento di terra, pronta a difenderlo con i denti di fronte a chiunque, terrorizzata dall'idea di un possibile incendio (che puntualmente di verificherà). La scrittrice americana la descrive così, dipingendo con una pennellata il suo atteggiamento ordinario di fronte alla vita: "
pareva quasi spaventata dalla fortuna che aveva avuto sfuggendo alle sciagure che avrebbero potuto travolgerla".
Siamo spesso così. Spaventati perfino dalla fortuna che abbiamo, per paura del peggio. Che è poi il contrario dello spirito dell'Avvento, che oggi si chiude nella notte di vigilia. Il
Natale, infatti, ci dice nella fede che in ciò che sta per accadere non si cela alcuna
sciagura. E' la nostra Salvezza, invece, che ci aspetta, che ci viene a cercare.
(Nella foto, presa dal sito del Comune di Torino, Antonio Albanese ne Il ministro della Paura)