venerdì 4 dicembre 2009

Il geranio


"Il geranio che avrebbero messo alla finestra di lì a poco gli ricordava il piccolo Grisby giù a casa, che aveva avuto la polio e doveva esser messo fuori tutte le mattine sulla sedia a rotelle e lasciato lì a sbattere le palpabre al sole".

E' un passaggio dal racconto Il Geranio di Flannery O'Connor, considerata tra i narratori più importanti del Novecento americano, morta a 39 anni nel 1964 dopo una lunga ed estenuante malattia (raccontata nel meraviglioso epistolario Sola a presidiare la fortezza, Einaudi). Sto leggendo la raccolta dei suoi racconti pubblicata in Italia da Bompiani.

Cattolica ortodossa, nata e vissuta nell'america profonda del Sud (Georgia), Flannery O'Connor è considerata un'autrice di culto - soprattutto tra gli addetti ai lavori - per i suoi romanzi, i suoi racconti, i suoi saggi sulla scrittura. Tra tutti: Nel territorio del diavolo. Sul mistero di scrivere. Edito dalla Minimum Fax. L'hanno letta, amata o imitata Bruce Springsteen e Nick Cave, Quentin Tarantino e Raymond Carver.

I suoi racconti e i suoi romanzi sono ciò che di più distante si può immaginare da un tipo di letteratura devota o edificante. Le sue storie sono crude, spietate e grottesche. I suoi personaggi meschini, bizzarri e scorretti. "La narrativa - scriveva - riguarda tutto ciò che è umano e noi siamo fatti di polvere, dunque se disdegnate d'impolverarvi non dovreste tentare di scrivere narrativa".

Raccontando la realtà Flanery O'Connor racconta il mistero, l'irruzione inaspettata, imprevedibile, spesso violenta e dolorosa della Grazia nel territorio del diavolo.



(Foto da Flickr/starsammy)




2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mio padre diceva < Se sapessi che nell'aldila, dove c'è la vita eterna, ci fossero le cartellate (chicchiere col miele) morirei anche adesso. In fondo siamo umani, a volte mescoliamo la spiritualità col materialismo ma non penso che certe considerazioni siano blasfeme, anzi lodiamo ciò che il Signore ci dona giornalmente.

Alessandro Iapino ha detto...

E' l'Incarnazione che ci "obbliga2 a mischiare spiritualità e materialismo. Nessuna blasfemia. Il cardinale Biffi ripete spesso una battuta, che in Paradiso spera di mangiare i tortellini buoni come non li ha mangiati mai!