
Si chiama Diario di fuoco ed è il diario spirituale di Igino Giordani, intellettuale, scrittore, giornalista, deputato all'Assemblea Costituente, co-fondatore del movimento dei focolari e probabile futuro beato della chiesa cattolica (è morto nel 1980, la sua fase di beatificazione è in corso).
Ne parla il teologo Piero Coda in un lungo articolo sulla rivista Nuova Umanità (luglio-ottobre 2009). Il fuoco di cui si parla nel diario è Gesù Cristo, secondo un loghìon a Lui attribuito dal Vangelo apocrifo di Tommaso: Chi sta vicino a me, sta vicino al fuoco.
Giordano è un mistico, benchè uomo d'azione (la mistica è l'anima dell'azione) e d'impegno pubblico: affrontiamo la vita, per ridurla al Vangelo, scrive per sintetizzare il suo programma.
Mistico per lui è il legame tra gli uomini, fondato su l'unico cuore del mondo che è il Cristo, per cui l'amore è l'anima di Dio in noi.
Di qui la grande intuizione di Igino sulla Chiesa, scritta nel 1938 e che ancora oggi, malgrado il Concilio Vaticano II, farebbe scuola a molti:
Dovunque due o tre uomini s'adunano in uno spirito di bene, essi sono la Chiesa; e se pur non fan parte della Chiesa visibile, se non appartengono al corpo della Chiesa, fan parte dell'anima di essa: i giusti, i soli giusti, le appartengono tutti
Ma al centro della vita di Giordani c'è il suo rapporto con Dio, la cristianizzazione di sè, la cristificazione, il trasloco dall'Io a Dio.
Che parte dal silenzio: sentire il silenzio, sentire il proprio morire dentro la vita, e insieme il proprio formarsi dell'anima.
Che arriva ad un'identificazione totale: non sono io che vivo, ma vive Cristo in me (...); Tutto è nulla, solo Cristo è tutto (...); il respiro è lo Spirito Santo (...).
Scrive Igino Giordani nel 1947:
Io sono alter Christus. È tremendo, abissale: io sono Cristo. Magari un povero Cristo, ma tale che per me, per i miei atti, le mie paorole - quasi incarnadosi ancora il Verbo in me - s'esprime al mondo Cristo medesimo.
(L'immagine è presa dalla pagina di Wikipedia dedicata a Igino Giordani)