giovedì 30 aprile 2009

Ateismi infantili


Irene, 6 anni, è figlia di genitori catto-salesiani (vedi anche qui).

Come ogni sera, prima di andare a dormire, una preghierina.

Ma una sera finalmente protesta: Dio non esiste, mamma, che gliele chiediamo a fare le cose! ...



(Foto da Flickr/sociotard)



<>

giovedì 23 aprile 2009

Il medico degli oppi


«Sapete cosa ho fatto a scuola? ...
...ho fatto la visita dall'opulista!»


La nostra piccola Elisa, pochi giorni fa, prima di andare a letto.




(Foto da Flickr/wednesday)

lunedì 20 aprile 2009

Anche se Dio non esiste


"Noi siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio, anche se Dio non esiste".

La frase è di Marco Guzzi, o almeno io l'ho sentita da lui in uno degli ultimi incontri, di cui conservo gli appunti.

Significa che c'è negli uomini - indipendentemente dalla loro consapevolezza - un rispecchiamento misterioso e profondo tra le proprie visioni sulla vita e su Dio (inteso come principio ordinatore della vita) e le diverse modalità di essere un io. I pensieri (consapevoli o inconsci) che ho sul principio delle cose determinano l'uomo che sono e il mio rapporto con gli altri. Viceversa, a seconda dello stato in cui mi trovo, faccio una determinata esperienza fisica della vita e di Dio (anche se non credo in Dio, o non credo di credere...)

Esistono, cioè, teologie per lo più inconscie - ed errate - che condizionano la vita di ogni uomo, credente o non credente. Che uomo divento se credo in un Dio assente? e se credo in un Dio persecutore?

E se invece credo in un Dio che è Amore fedele e incondizionato?
(Foto da Flickr/madèo)




giovedì 16 aprile 2009

San Plasma da Euronix


L'amica Cinzia mi racconta una nuova folgorante uscita della figlia Elisa, 7 anni (vedi già qui e qui).

A tavola, il giorno di Pasqua, si parlava di Santi e Beati - cosa un po’ insolita per le nostre abitudini, confessa la mamma - ed ecco che Elisa si intromette domandando:

- perché è beata?????? Che c’ha il televisore al plasma?????????


Ahhh, signora mia che tempi!!! San Plasma da Euronicx, ora pro nobis!


(Foto da Flickr/Serge Melki)


martedì 14 aprile 2009

Mutazioni genetiche


Giosuè ha passato la pasquetta alla fattoria degli animali insieme con lo zio e il cuginetto.

- Che animali hai visto? - gli domando io al ritorno.

E lui, d'istinto: - I piccioni passeggeri!


Da viaggiatori a passeggeri, anche i piccioni si sono imborghesiti....


(Nella foto, la locandina del film d'animazione Valiant, piccioni da combattimento - 2005)

sabato 11 aprile 2009

Per chi sa guardare


«Che qualcosa esista e non il nulla, che qualcuno esista e che non sia soltanto un pezzo di materia ma un volto, non è già un miracolo? Per chi sa guardare, tutto è miracolo, tutto è immerso nel mistero, nell'infinito. La più insignifcante delle cose è un miracolo. E ancor di più lo è ogni incontro».

Recupero queste meravigliose parole di Olivier Clement da un articolo che avevo conservato, uscito sull'Osservatore Romano nei giorni successivi la morte del grande teologo ortodosso (Credo dunque sono libero, di Adriano Dell'Asta, 18 gennaio 2009).

Il miracolo è il volto dell'uomo, che non scompare "come un volto di sabbia sull'orlo del mare" (Michel Foucault), e non si deforma come i ritratti di Francis Bacon, perchè non è un mero "pezzo di materia", ma il riflesso del volto di Dio.

«Il fatto che l'uomo sia formato a immagine di Dio significa dunque che è formato a immagine di Cristo ed è soltanto in Cristo che l'uomo trova la propria verità. (...) È nel Risuscitato che l'uomo scopre il senso della terra, lo scopo della creazione. Il volto del Cristo è inseparabilmente il volto di Dio nell'uomo e il volto dell'uomo in Dio, il solo volto che non si chiude mai perché la sua trasparenza è infinita, il solo sguardo che non pietrifica mai, ma che libera. Volto dei volti, chiave di tutti i volti».


(Nella foto, l'icona del Cristo Salvatore, di Andrej Rublev)



venerdì 10 aprile 2009

Se mi si dimostrasse


«Se mi si dimostrasse che Cristo è fuori della verità ed effettivamente risultasse che la verità è fuori di Cristo, io preferirei restare con Cristo, anzichè con la verità».

Cosa intendeva Fedor Dostoevskij con questa sua celebre affermazione? Da quale verità Cristo poteva restare fuori restando al contempo preferibile?

Dalla verità che presume di spiegare anche il dolore del mondo, che pretende di addomesticare lo scandalo del male. "La verità che dà ragione di tutto e tutto organizza in un'armonia universale", spiega il teologo e vescovo Bruno Forte in un lungo e dottissimo articolo pubblicato sull'0sservatore Romano del 29 gennaio scorso (L'uomo di fronte al male)

Il dolore non può essere spiegato senza essere prima abitato, fino in fondo, fino alla morte. "Solo se Dio fa sua la sofferenza infinita del mondo abbandonato al male, solo se egli entra nelle tenebre più fitte della miseria umana, il dolore è redento ed è vinta la morte. Questo è avvenuto sulla Croce del Figlio".

E' il rovesciamento del concetto di Dio e della verità: "la singolarità del Vero, la verità incarnata in un singolo, identicata con la sua persona, è quanto di più lontano possa esserci rispetto a un pensiero euclideo", "alla verità concepita metafisicamente come ragione e fondamento del mondo, garante di questa totalità, tutta pervasa dall'orrore dell'infinita sofferenza umana". "Solo la verità che è passata attraverso il fuoco della negazione e si è lasciata lambire dal nulla, solo quella verità salverà il mondo".

"Solo dal suo interno, insomma il nichilismo si lascia confutare, dalle tenebre del Venerdì Santo".

"Non si arriva alla luce che attraverso la croce. Non si entra nella vita che conoscendo la morte"



(La foto è presa dalla prima pagina de L'Unità il giorno dopo il terremoto a L'Aquila)


giovedì 9 aprile 2009

Se incontri il budda


"Se incontri il Buddha uccidilo"

Così recita un paradosso zen. Se, cioè, presumi di afferrare e possedere la verità, sei del tutto fuori strada e devi ricominciare con quell'autentica povertà spirituale che è la morte a te stesso.

Non stiamo parlando di pensiero debole - per carità - ma di pensiero povero. Povero e forte come l'erba semplice che buca l'asfalto.

Pensiero (e linguaggio) "poetico", come lo intende Giovanni Casoli: «non possessivo», disposto «sul lato del perdere, non su quello dell'acqistare». Perchè, come insegna il Vangelo, bisogna perdersi per trovarsi.



(Foto da FLickr/Zevotron)



mercoledì 8 aprile 2009

Solo chi è povero


«Solo chi è povero comprende il poetare, che è pensiero non possessivo e sentimento non sentimentale».

Così Giovanni Casoli sulla poesia, nell'incipit di una recensione su Cittanuova dedicata alla poetessa Margherita Faustini, che non conosco, ma di cui voglio memorizzare questo verso:

L'eternità dell'essere

è racchiusa nel seme

consegnato al vento


(Foto da Flickr/Sunshinecity)

martedì 7 aprile 2009

On tippy toes


Dal vocabolario di Elisa, 5 anni, davanti allo specchio:

- papà, guarda, sono "appuntita"!!!


Traduzione: "sto in punta dei piedi"....


(Foto da Flickr/something.from.nancy)


sabato 4 aprile 2009

Saputello


Ancora lezioni di religione. Giosuè mi racconta di Simone che era il "capo" degli apostoli:

- ma lo sai - gli faccio io - che Gesù cambiò nome a Simone e lo chiamo Pietro?

- certo che lo so!

- e sai anche perchè?

- certo, perchè c'era anche un altro Simone, e allora quando lo chiamava rispondevano tutti e due e gli dicevano: che hai chiamato me?


'Sto figlio è peggio del padre, è nato saputo...

giovedì 2 aprile 2009

Santi alla meta


Giosuè ieri ha fatto religione a scuola:

- papà, lo sai che al tempo di Gesù i maestri li chiamavano "ragby"?


Voleva dire "Rabbi"...




(Foto da Flickr/OnTask)




Scettri e corone


Oggi mi limito a un copia e incolla, ma ne vale la pena. Il Buongiorno di Massimo Gramellini, dal quotidiano La Stampa.

Non capisco perché i settimanali continuino a dedicare spazio alle imprese banali di Fabrizio Corona, il fotografo di modelle che passa il suo tempo a guidare macchinoni senza patente, in compagnia di bonazze straniere per non partire troppo svantaggiato nell’uso dell’italiano. Che noia. Che mancanza di originalità. Diciamola tutta: che vita da sfigato.

Vorrei qui lanciare un personaggio molto più eccentrico, sia pure di mia invenzione: Fabrizio Scettro, fotografo di matrimoni. Signor Scettro, ci racconta la sua giornata-tipo? «Mi alzo, esco di casa e vado a lavorare». Pazzesco: continui. «Non sniffo cocaina e bevo una birretta ogni tanto, assaporandola con gusto. Pago le tasse: senza esagerare, ma le pago. E non cambio l’orologio da quindici anni». Incredibile, come mai? «Funziona ancora». E il sesso, il sesso? «Ho due figli piccoli e una moglie, sempre quella. Sa com’è, dopo tanti anni ci si inventa quel che si può. Ma non intendo sfasciare tutto». Incredibile, come mai? «Funziona ancora».

Non coltiva svaghi emozionanti? «Ogni tanto mi succede di divertirmi sul lavoro. Quando fotografo due sposi imbranati. O quando guardo il cielo e mi commuovo nel vedere che c’è. La sera ascolto musica e, se non sono troppo stanco, apro un libro per non arrugginire la fantasia». Ma lei è un mito, ma lei è un panda, ma lei è un eroe dei nostri tempi. Le andrebbe di partecipare a un concorso televisivo di parolacce? O preferisce un talent show per aspiranti scorreggiatori? «No, grazie, mi vergogno». Anche noi, caro Scettro: ma si consoli, siamo rimasti in pochi.

Scriveva, Charles Peguy: "C'è un solo avventuriero al mondo, e ciò si vede soprattutto nel mondo moder­no: é il padre di famiglia. Gli altri, i peggiori avventu­rieri non sono nulla, non lo sono per niente al suo confronto..."


(Foto da Flickr/Dan4th)