"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
mercoledì 30 marzo 2011
Ragioni bicornute
"La natura umana ha, anche lei, strane ragioni bicornute che il cuore certamente ignora".
Lo scrittore Graham Greene fa il verso al celebre motto di Blaise Pascal - il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce - burlandosi in particolare, e giustamente, della sua interpretazione romanticheggiante (che non era certo quella orginiaria).
(Foto da Flickr/creativecommons/paolo_frugoni)
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martedì 29 marzo 2011
Tanta gente non lo sa
Un signore di Scandicci
buttava le castagne
e mangiava i ricci.
Un suo amico di Lastra a Signa
buttava i pinoli
e mangiava la pigna.
Un suo cugino di Prato
mangiava la carta stagnola
e buttava il cioccolato.
Tanta gente non lo sa
e dunque non se ne cruccia:
la vita la butta via
e mangia soltanto la buccia.
Bellissima questa poesia-filastrocca di Gianni Rodari, I bravi signori, che trovo pubblicata sul blog Il posto delle favole (già citato qui).
venerdì 25 marzo 2011
Il primo debito
«Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l'avarizia de' segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa dà luce a tutt'un periodo».
Giacomo Leopardi, in una lettera a Pietro Giordani (1820)
Sull'uso della virgola nello scrivere, ho scritto questo post su Bottega Stampa, citando un utile e divertente testo di Beppe Severgnini.
giovedì 24 marzo 2011
La fede è partenza
Il 24 marzo - giorno dell’assassino di monsignor Oscar Arnulfo Romero, in Salvador, nel 1980 - la Chiesa Italiana celebra la giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri e di quanti sono stati uccisi solo perché "incatenati a Cristo".
Per l'occasione il mio amico Simone ha scritto un bellissimo e commovente ricordo di don Andrea Santoro, ucciso il 5 febbraio del 2006 a Trabzon, in Turchia. La pallottola che gli raggiunse il cuore trapassò anche la sua Bibbia, che teneva sempre in mano.
Tra le parole più belle di don Andrea, che ebbi anch'io la fortuna di conoscere ad un ritiro spirituale, c'è questa per me: "La fede è partenza". E' la disponibilità a mettersi in gioco in ogni istante, in ogni età della vita (A 55 anni don Andrea lasciò Roma, dov'era parroco, per andare in Turchia).
E ancora: "Diciamo di credere in Dio, anche noi preti, ma poi non gli diamo spazio e tempo. Alla fine ci accorgiamo di credere solo in noi stessi".
A chi gli chiedeva - ma cosa fa lei in Turchia? - rispondeva così: "Ho intessuto piccoli quotidiani rapporti con i vicini di casa... Mi sono ricordato di Gesù che diceva: '...chi accoglie voi accoglie me...'... Ho imparato a voler bene, come segno fondamentale della presenza di Cristo, a voler bene gratuitamente senza nulla aspettarmi, a voler bene ad ogni persona così come è, come è vista ed amata da Dio".
Leggetela tutta, se potete.
martedì 22 marzo 2011
Specchio
Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.
E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era.
"Specchio", di Salvatore Quasimodo. Da "Acque e Terre" (1930).
Ma quant'è bella questa poesia? E sono quell'acqua di nube, e sono quel verde (che pure stanotte non c'era) e tutto mi sa di miracolo. Sul tronco che pareva già morto si rompono gemme, si spacca la scorza. Il cuore riposa - primavera di Paradiso - in un verde più nuovo dell'erba.
(Foto da flickr/creativecommons/imaji)
lunedì 21 marzo 2011
Scultore mancato
«Io non so se lavoro per realizzare qualcosa oppure per scoprire il motivo per cui non riesco a fare quello che vorrei».
Alberto Giacometti, "scultore mancato". Citazione tratta da una sua video-intervista e riportata da Giuseppe Frangi nel suo Robe da Chiodi.
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mercoledì 16 marzo 2011
Nella medesima maniera
"Sono un'eremita come potrei essere una suora, o una moglie, o un padre; vivo in una cascina di campagna, come potrei vivere in un monastero o in un appartamento di città; faccio la scrittrice come potrei fare la sarta. Niente importa perché tutto è importante nella medesima maniera".
Adriana Zarri, eremita, teologa e scrittrice, è scomparsa nel novembre scorso a 91 anni. La sua vita è stata segnata da scelte radicali anche nei confronti di quella Chiesa che molto amava, ma di cui contestava spesso scelte e comportamenti.
A lei debbo la mia "introduzione" al cristianesimo, da quando a 19 anni leggevo la sua rubrica fissa sullo storico settimanale Avvenimenti. Mi offriva il modello di una fede possibile: libera, onesta, critica, appassionata e intellettualmente fondata.
Oggi ritrovo con commozione queste sue parole in un libro postumo, recensito da Famiglia Cristiana, che ha un titolo bellissimo: "Un eremo non è un guscio di lumaca" (Adriana Zarri, Einaudi).
(la foto da Adriana Zarri è presa da ilpost.it)
giovedì 10 marzo 2011
Meravigliosa ignoranza
"La meraviglia dell'ignoranza è figlia e madre del Sapere"
(Temistocle)
Bellissima: la "meraviglia dell'ignoranza". E' il 'so di non sapere' di Socrate unito all'idea dello 'stupore' come prima fonte (madre) ed esito (figlia) della conoscenza.
"E’ la meraviglia, più che il dubbio, la fonte della conoscenza"(A.J.Heschel)
"La prima condizione per imparare a pensare è quella di coltivare in sé la facoltà dello stupore" (J. Guitton)
lunedì 7 marzo 2011
Contro natura
Il matrimonio è contro natura. Per questo mi piace.
Una mia piccola riflessione su motividifamiglia nata da questa semplice e divertente battuta: "Si trovano sempre dei buoni motivi per divorziare. Basta che vi sia la buona volontà" (Johann Nestroy).
venerdì 4 marzo 2011
Ogni vita converge a qualche centro
Ogni vita converge a qualche centro,
Dichiarato o taciuto.
Esiste in ogni cuore umano
Una mèta
Ch'esso forse osa appena riconoscere,
Troppo bella
Per rischiare l'audacia
Di credervi.
Cautamente adorata come un fragile cielo,
Raggiungerla
Sarebbe impresa disperata come
Toccar la veste dell'arcobaleno.
Ma più sicura quanto più distante
Per chi persevera:
E come alto alla lenta pazienza
Dei santi è il cielo!
Non l'otterrà forse la breve prova
Della vita, ma poi
L'eternità rende ancora possibile
L'ardente slancio.
Ogni vita converge a qualche centro
di Emily Dickinson, Poesie
giovedì 3 marzo 2011
Nipotina Zen
mercoledì 2 marzo 2011
La scienza esatta / 2
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