
"Per avvicinarsi al mistero di Dio la poesia può rivelarsi molto più esatta della scienza"
Perfetta. Non potrebbe forse essere detto meglio il rapporto esistente tra la poesia, la realtà e il mistero di Dio. Ringrazio per questo l'autore della frase Alessandro Zaccuri - giornalista, scrittore e conduttore televisivo (Il Grande Talk) - che ha recentemente pubblicato un libro qui recensito: "In terra sconsacrata – Perché l’immaginario è ancora cristiano".
La poesia vera è una forma di conoscenza che ci consente, anzi "può" consentirci - per mantenere la sfumatura ipotetica contenuta nella frase - di "avvicinarci" al mistero di Dio (anche il verbo qui è perfetto, perchè il rapporto con Dio è sempre un'approssimazione).
Il confronto poi tra poesia e scienza ci dice poi altre due cose fondamentali. Che entrambe indagano alla fine lo stesso oggetto: il mistero di Dio è il mistero della realtà, niente di meno. E che in questa indagine la poesia può rivelarsi una forma di conoscenza "più esatta" delle scienze dette esatte.
Quanto sia vero questo paradosso lo sanno i grandi poeti e i grandi scienziati.
(In foto Pavel Florenskij - 1882/1937 - il "Leonardo da Vinci russo", filosofo, scienziato, poeta, ingegnere e prete ortodosso)
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