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giovedì 2 febbraio 2012

La cipolla è un'altra cosa


Ancora in memoria di Wislawa Szymborska. Un esempio della sua pensosa e divertita levità.

La cipolla

La cipolla è un'altra cosa.
Interiora non ne ha.
Completamente cipolla
fino alla cipollità.
Cipolluta di fuori,
cipollosa fino al cuore,
potrebbe guardarsi dentro
senza provare timore.

In noi ignoto e selve
di pelle appena coperti,
interni d'inferno,
violenta anatomia,
ma nella cipolla - cipolla,
non visceri ritorti.
Lei più e più volte nuda,
fin nel fondo e così via.

Coerente è la cipolla,
riuscita è la cipolla.
Nell'una ecco sta l'altra,
nella maggiore la minore,
nella seguente la successiva,
cioè la terza e la quarta.
Una centripeta fuga.
Un'eco in coro composta.

La cipolla, d'accordo:
il più bel ventre del mondo.
A propria lode di aureole
da sé si avvolge in tondo.
In noi - grasso, nervi, vene,
muchi e secrezioni.
E a noi resta negata
l'idiozia della perfezione.


(foto da flickr/sensinct)

La fiera dei miracoli


Mentre avevo in cantiere questo post su di lei, è morta ieri a 88 anni Wislawa Szymborska, poetessa polacca di Cracovia, premio nobel per la letteratura nel 1996.

Fino a poche settimane fa, conoscevo di lei solo un verso, bellissimo, che dava il titolo - "il più bel titolo di un libro uscito negli ultimi anni" (Saviano) - al libro di Benedetta Tobagi: "Come mi batte forte il tuo cuore".

Grazie alla collana di poesie del Corriere della Sera, ho potuto imparare a conoscerla meglio e ad apprezzarne in particolare il suo sguardo stupito sul mondo, oltre alla sua semplicità, l'ironia, la leggerezza non certo vacua, ma "pesata" dalla vita.

Ecco una delle sue poesie più celebri, e più belle (a cura di Pietro Marchesani):

La fiera dei miracoli

Un miracolo comune:
l'accadere di molti miracoli comuni.


Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.


Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
e riesce a nascondere una grande pesante luna.


Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.


Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.


Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.


Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.


Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si levano in volo.


Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01


Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.


Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.


Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.


(Foto da wikipedia/szymborska)