"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
giovedì 30 ottobre 2008
Solo due parole
“A volte vorrei rifugiarmi con tutto quel che ho in un paio di parole. Ma non esistono ancora parole che mi vogliano ospitare.
E’ proprio così. Io sto cercando un tetto che mi ripari ma dovrò costruirmi una casa, pietra su pietra.
E così ognuno cerca una casa, un rifugio per sé.
E io mi cerco sempre un paio di parole”
Ringrazio la mia amica Paola per queste splendida citazione di Hetty Hillesum che ha postato sul sito Darsi Pace, a cui vi rinvio anche per i commenti. La trovo bellissima e verissima: le parole in cui abitare e le parole che ci abitano. Le parole che ci ospitano e le parole che noi ospitiamo. Il segreto di una vita "in un paio di parole da cercare".
mercoledì 22 ottobre 2008
Il nonno "fortunato"
Qualche giorno fa mio figlio Giosuè (6 anni) mi ha chiesto: "Papà, ma dopo che sono vecchi, nonno Mario e nonna Lidia muoiono?" Ed io: "Giosuè, tutti muoriamo, alcuni prima di diventare vecchi, altri dopo..." Al che lui esclama: "Che beato nonno Chiecco - papà - che fortunato!".
- "E perchè, Giosue?"
- "Perchè è vecchietto, però resiste!"
Nota di cronaca per noi poveri e ottusi adulti. Nonno Checco ha 68 anni. Da quasi 10 convive con l'Alzheimer. Da tempo non riconosce nessuno: moglie, figlie, nipoti. Però "resiste" e per i suoi nipoti, che lo baciano ogni volta che vanno a casa dalla nonna, è il nonno "fortunato".
mercoledì 15 ottobre 2008
Amori mocciolosi
Mocciosi o mocciolosi? Per il magico mondo dei bambini (delle bambine, in questo caso...), dialogo sullo scooter, verso scuola, tra papà Mauro e la figlia Irene, 4 anni:
- Irene, ma perché ti vuoi fidanzare con Matteo Musso?
- Perché ha sempre il moccio che gli cola dal naso…
- Embè?!
- Così quando siamo fidanzati glielo pulisco io…
- Ah, ho capito….
mercoledì 8 ottobre 2008
Quasi un niente
Bellissimo l’intervento del Papa lunedì in apertura del sinodo. La Parola di Dio è «la vera realtà» - ha detto – mentre quelle che sembrano le cose solide, visibili e tangibili (successo, carriera, soldi) «sono niente».
I giornali hanno scritto molto su queste parole, in chiave etica, in riferimento alla crisi finanziaria di queste ore. Ma a me ha colpito di più l’aspetto mistico-poetico dell’intervento di Benedetto XVI (che poi per me è il suo carattere più forte e più incisivo).
«Umanamente parlando, la parola, la nostra parola umana è quasi un niente nella realtà, un alito. Appena pronunciata, scompare. Sembra essere niente. Ma già la parola umana ha una forza incredibile (…) Ancora di più la Parola di Dio è il fondamento di tutto, è la vera realtà». Bisogna «cambiare il nostro concetto di realismo» – aggiunge – «Realista è chi riconosce nella Parola di Dio, in questa realtà apparentemente così debole, il fondamento di tutto. Realista è chi costruisce la sua vita su questo fondamento che rimane in permanenza».
Mi colpisce l’idea della parola come “realtà”: più vera, concreta, solida e resistente delle cose “visibili e tangibili”. Di più: la parola è realtà che genera realtà: «All’inizio era la Parola – dice il Papa citando le scritture - all’inizio il cielo parlò. E così la realtà nasce dalla parola, è creatura Verbi».
Anche la nostra, di realtà, nasce dalla parola. Quello che noi siamo, la nostra vita, è il prodotto di quello che ascoltiamo. Delle parole in cui crediamo, su cui costruiamo la nostra casa, in cui decidiamo di abitare. Nel bene e nel male, noi siamo le parole che ci abitano.
lunedì 6 ottobre 2008
Concisamente
«Ammonisco ed esorto infine i fratelli che, nella predicazione, le loro parole siano controllate e caste e tornino ad utilità e ad edificazione del popolo (…), e questo sia fatto concisamente, giacché "concisa fu la parola del Signore su questa terra" (Paolo, Epistola ai Romani)». Francesco d'Assisi, Regola 1223, IX Norma
E' bello scoprire, grazie a questa citazione suggerita da un amico, il Francesco "comunicatore", accanto al santo ed al poeta. Chi per mestiere, passione o vocazione è chiamato a comunicare, trova qui alcune regolette chiare, precise, incontrovertibili e straordinariamente attuali.
Parole "controllate" e "caste" (ovviamente non in senso moralistico) perchè siano di "utilità" ed "edificazione" (traduci = coerenti col messaggio). Il tutto "concisamente".
(Foto da Flickr/Dawnzy58)
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sabato 4 ottobre 2008
Darsi Pace
Il "cuore della pace" - scriveva Benedetto XVI nel 2007, nel messaggio per la giornata mondiale per la pace - è la "persona umana". Ma cosa succede se il cuore dell'uomo non è in pace? Se è soffocato dall'angoscia, vinto dalla rabbia, spento dalla tristezza, paralizzato dalla paura, indurito dalle sue cicatrici?
Ho sperimentato sulla mia pelle quanto darsi pace possa apparire un obiettivo irraggiungibile eppure indispensabile: un oasi nel deserto. Quanto questa pace sia un "dono" - come scrive sempre il Papa - e quanto sia un "compito", cioè una responsabilità, un lavoro su se stessi, anche una guerra con se stessi e le proprie resistenze.
In tutto questo sono stati per me fondamentali - provvidenziali - l'incontro, la conoscenza e l'amicizia con Marco Guzzi e l'esperienza nei suoi gruppi, denominati appunto "Darsi pace". Esperienza di cui mi è capitato di scrivere già una testimonianza.
Ora "Darsi pace" è diventata anche un'associazione, con l'ambizione di diventare un movimento culturale. E' nato anche un sito, ancora in fase embrionale, ma già molto bello. Il sito, l'associazione e l'esperienza fei gruppi "Darsi pace" saranno presentate a Roma sabato prossimo 11 ottobre, alle ore 17,30, presso il Complesso storico dei Domenicani, in Piazza della Minerva 42.
Ciascuno si senta invitato.
mercoledì 1 ottobre 2008
L'ultima tentazione
L'ultima tentazione è il tradimento più grande: fare la cosa giusta per la ragione sbagliata
Non la conoscevo, eppure è del mio autore preferito, il grande Thomas Stearns Eliot. Mi è arrivata in posta qualche giorno fa da un servizio di newsletter. Non ne conosco il contesto, ma è risuonata subito come una di quelle verità così "vere" da occupare subito un posto dentro di me - quasi precipitando in fondo alla coscienza - pur rimanendo sostanzialmente oscura. Finché l'altro ieri, parlando con un amico in un momento di grave difficoltà, il suo significato ha iniziato a dischiudersi.
Per molti di noi, credenti o non credenti, però seri, adulti, responsabili, più o meno moralisti, non è stato mai troppo difficile "fare la cosa giusta" e farla fino in fondo. Fino a quando, improvvisamente e spesso drammaticamente, non ci si accorge di averla fatta spesso "per la ragione sbagliata". Davvero il tradimento più grande, l'ultima tentazione.
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