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lunedì 19 aprile 2021

Che rida come un bimbo

Da un articolo dell'Osservatore Romano sulla poesia, che toglie i "falsi pesi" alla realtà (come dovrebbe fare anche la fede), recupero questa splendida poesia di Giuseppe Ungaretti, da Il Sentimento del Tempo, datata 1934. 


Senza più peso


Per un Iddio che rida come un bimbo,

Tanti gridi di passeri,

Tante danze nei rami,


Un'anima si fa senza più peso,

I prati hanno una tale tenerezza,

Tale pudore negli occhi rivive,


Le mani come foglie

S'incantano nell'aria...


Chi teme più, chi giudica?


(1934)


La memoria richiama i versi quasi coevi di T. S. Eliot, nei Quattro Quartetti


Si leva il riso nascosto

Dei fanciulli tra il fogliame, 

Presto ora, qui, ora, sempre


Sul loro valore in chiave mistico-letteraria, ancora l'Osservatore Romano.




lunedì 4 giugno 2012

Ricorderai d'avermi atteso tanto


La poesia di Giuseppe Ungaretti citata nella copertina del Corriere della Sera, in occasione dell'Incontro Mondiale delle Famiglie.

La madre
(1930)

E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.


Alzerai tremante le vecchie braccia.
Come quando spirasti Dicendo:
Mio Dio, eccomi.


E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.


Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.


(Dalla raccolta Sentimento del tempo)