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sabato 29 giugno 2024

E nella morte vivremo

SENZA FINE

E nella morte vivremo, 
solo diversamente, con delicata dolcezza, 
dissolti nella musica; 
chiamati a uno a uno in corridoio, 
soli, seppure in schiere, 
come compagni di una stessa classe che si estende sin oltre gli Urali 
e arriva fino al Quaternario. Affrancati
dalle eterne discussioni politiche,
aperti e sinceri, liberi, anche se proprio allora
si chiuderanno sbattendo le persiane
e la grandine suonerà sul davanzale
la sua marcia turca, spavalda come sempre.
Il mondo delle apparenze non svanirà
d'un tratto, a lungo farà ancora
i capricci accartocciandosi come un foglio
umido gettato dentro il fuoco.
La sete di perfezione si avvererà
quasi contro voglia, eviterà tutti
gli ostacoli, come i Teutoni impararono
a eludere la linea Maginot. Cose
minime e dimenticate, aquiloni fatti
con la cartavelina più sottile, fragili foglie
degli autunni passati ritroveranno la loro
dignità immortale, e i grandi
sistemi vittoriosi si contrarranno
come il sesso di un gigante. Non ci sarà più
la nostalgia, perché raggiungerà se stessa, stupita
per aver così a lungo cacciato la propria
artica ombra. Neppure noi ci saremo,
poiché ancora non sappiamo
vivere a una simile altitudine.

(Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti, Adelphi)





giovedì 27 gennaio 2022

Le scarpe di Auschwitz

Le scarpe di Auschwitz, una piramide alta 

fino al cielo, si lamentavano sommesse: 

purtroppo siamo sopravvissute all'umanità. 

Dormiamo, dormiamo, non abbiamo dove andare. 


(Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti, Adelphi)




martedì 2 novembre 2021

Voi siete nel canto

Camminando nel bosco, in un'alba di maggio,
chiedevo, dove siete, anime 
dei morti. Dove siete, giovani 
scomparsi, dove siete, ormai del tutto 
mutati. 
Un grande silenzio regnava nel bosco 
e udivo le foglie verdi sognare, 
udivo i sogni della corteccia da cui nascono
barche, navi e vele. 
Poi a poco a poco gli uccelli si fecero 
sentire, cardellino, tordi e merli nascosti 
nei balconi dei rami; ognuno parlava a suo modo, 
con voce diversa, senza chiedere nulla, senza 
amarezza o rimpianto.
E capivo che voi siete nel canto, 
inafferrabili come la musica, indifferenti come 
le note, lontani da noi quanto noi 
da noi stessi. 

(A. Zagajewski, A maggio)

domenica 12 settembre 2021

La sconfitta


Davvero sappiamo vivere solo dopo la sconfitta,
le amicizie si fanno più profonde, 
l'amore solleva attento. Il capo. 
Perfino le cose diventano pure. 
I rondoni danzano nell'aria, 
a loro agio nell'abisso.
Tremano le foglie dei pioppi, 
solo il vento è immoto. 
Le sagome cupe dei nemici si stagliano
sullo sfondo chiaro della speranza. Cresce
il coraggio. Loro, diciamo parlando di loro, noi, di noi, 
tu, di me. Il tè amaro ha il sapore 
di profezie bibliche. Purché 
non ci sorprenda la vittoria. 

La sconfitta, di Adam Zagajewski (Dalla vita degli oggetti, Adelphi, 2002)

martedì 31 agosto 2021

La linea più distante


Egli agisce, nel fulgore e nelle tenebre
nel fragore delle cascate e nel silenzio del sonno,
ma non come annunciano i vostri
pastori, che restano ben protetti.
Cerca la linea più distante, 
una strada così lontana che quasi
non si vede. Si perde
nel dolore. Solo i ciechi, solo
i gufi talora ne percepiscono la tenue impronta
sotto le palpebre.

Egli agisce. Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti.