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martedì 9 novembre 2021

Vedere il lato bello

Biglietto n. 8

Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quest'abbaccio e non chiedere altro perché la sua vita è solo sua e per quanto tu voglia, per quanto ti faccia impazzire non gliela cambierai in tuo favore. Fidarsi del suo abbraccio, della ua pelle contro la tua, questo ti deve essere sufficiente, lo vedrai andare via tante altre volte e poi una volta sarà l'ultima, ma tu dici stasera, adesso, non è già l'ultima volta? Vedere il lato bello, accontentarsi del momento migliore, fidarsi di quando ti cerca in mezzo alla folla, fidarsi del suo addio, avere più fiducia nel tuo amore che non gli cambierà la vita, ma che non dannerà la tua perché se tu lo ami, e se soffri e se vai fuori di testa questi sono problemi solo tuoi; fidarsi dei suoi baci, della sua pelle quando sta con la tua pelle, l'amore è niente di più, sei tu che confondi l'amore con la vita. 

Vittorio Tondelli, Biglietti agli amici (Bompiani)

martedì 31 gennaio 2012

E' impossibile!


Mamma, devo chiamare Federica”, dice Elisa, 10 anni e mezzo, la figlia di una mia amica. “Ah, e come mai?” risponde la madre.


“Era molto dispiaciuta perché il fidanzato l’ha lasciata con un sms…” Poi aggiunge: “Ma è impossibile! Il giorno prima lui le aveva promesso che non l’avrebbe lasciata mai!!!!!!!!!



 (foto da flickr/vectorportal)

lunedì 9 maggio 2011

Peppino, ma che ti sei innamorato?


Esattamente 33 anni fa, il 9 maggio 1978, veniva barbaramente assassinato dalla mafia Peppino Impastato, giovane attivista, conduttore radiofonico e anche poeta.

Mi piace ricordarlo oggi con questo bellissimo dialogo dal film "I cento passi", di Mario Tullio Giordana, dedicato alla sua drammatica vicenda. Peppino Impastato è interpretato da un bravissimo Luigi Lo Cascio.

- Non ci vuole niente a distruggere la bellezza (...) Invece della lotta politica, la coscienza di classe, le manifestazioni politiche e tutte ste fesserie, bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza, aiutarla a riconoscerla, a difenderla.

- La bellezza?

- Sì, la bellezza. È importante la bellezza! Da quella scende giù tutto il resto…

- Senti un po’, ma che ti sei innamorato come tuo fratello?




Si potrebbero dire tante, forse troppe cose per ricordare Peppino Impastato. Ma sento che poche potrebbero rendere il senso della sua testimonanza meglio di questa semplice, assurda, innocente, ridicola, struggente domanda:

Peppino, ma che ti sei innamorato?






sabato 11 settembre 2010

La metà e l'intero


Al telefono con mio figlio (sono fuori per lavoro):
- Quanti abbracci e baci hai dato alla mamma, Giosuè?

- Tantissimi.
- Ed è rimasto qualcosa per me?
- Certo! - fa lui - Ne ho dati metà a m... - poi si blocca, e si corregge - No, ho dato l'intero a mamma e poi ho un altro intero per te!

E' il paradosso dell'amore: 2 diviso 2 uguale 4


(Foto da flickr/ganesha.isis)


giovedì 28 gennaio 2010

Sovversivi


«Mettere al centro la crescita personale, la relazione coniugale, è una rivoluzione culturale. La cosa più rivoluzionaria, più sovversiva che si possa immaginare».


Sul blog motividifamiglia, ho pubblicato questo post.




(Foto da Flickr/creativecommons/Photos8.com)




mercoledì 30 dicembre 2009

Per una foglia d'autunno


Segretamente viviamo (...) nell'attesa di un amore, di una bellezza.

Inizia quasi fosse il verso di una poesia l'ultimo articolo di Giovanni Casoli su Città Nuova, dedicato al tema della banalità che uccide, ricchissimo in poche righe di infiniti spunti.

Dice il Casoli che è l'incontro con la bellezza, e con l'amore, la prova del nostro essere vivi o morti: Se il cuore soprassalta, se ci si apre dentro uno spazio, un cielo, allora non siamo morti.

Sono disposto a incantarmi e a farmi sparire il mondo intero per una foglia d'autunno (ce ne sono di più belle della Cappella Sistina)

Ma cogliere la bellezza, che equivale a restare vivi, a salvarsi - per usare un'espressione evangelica -, è impresa ardua, eroica:

Ci vuole una vigilanza di ferro, un allarme costante dell'anima, per non lasciarsi narcotizzare e uccidere (...) dalla banalità (parole-chiacchiera, immagini-chiacchiera, musica-chiacchiera)

Insiste il Casoli:

La banalità uccide, ma sul serio: ben più del cancro e dell'infarto, perchè uccide anche persone sane e apparentemente vive

D'altro canto, è l'amore che ci sta più vicino quello che maggiormente ci sfugge:

Non si può senza ali afferrare ciò che è più prossimo

E' un verso del grande lirico tedesco Friedrich Hölderlin nella poesia Der Hyster. Tutto ciò che ci è più vicino - spiega Giovanni Casoli - non possiamo afferrarlo se non volando, volando alto. Il nostro rapporto con noi stessi, gli altri, le cose, non è abitudine più o meno banale ma invenzione e scoperta "impossibile" ("ali") e necessaria.


(La foto è del mio caro amico Remigio, che per una foglia d'autunno ha saputo far sparire il mondo intero)



martedì 10 novembre 2009

Nei fischi del treno


Dio mi parla quando mi affaccio nella mia terrazza per ore. Lo sento nei fischi del treno, nel vento che muove gli alberi della collina, nella neve che viene giù.

Così Lucio Dalla, intervistato da Il Tempo in occasione delle polemiche sulla sentenza di Strasburgo sul Crocifisso.

La frase mi è rimasta impressa e ho voluto condividerla. Prima e dopo il cantautore dice molte altre cose, alcune condivisibili, o comprensibili, altre meno.

Dice che a volte si annoia andando a Messa: e questo è un tema di cui si potrebbe parlare molto, se non ci fosse il rischio di banalizzare tutto.

Dice di considerarsi un cristiano non radicale, ma assolutamente creativo. Forse per "radicale" intendeva "integralista", altrimenti davvero fatico a comprenderlo. Ma dell'espressione assolutamente creativo mi compiaccio. Per me vale come primo attributo di ogni cristiano vero, di ogni uomo radicalmente aperto al mistero.

Infine, dice Dalla: La Sua presenza mi arriva reale, non mistica. Anche qui, non comprendo la contrapposizione. A meno che non sia stato il giornalista a giocare maldestramente col vocabolario dei sinonimi e dei contrari. La relazione mistica - come ogni vera relazione d'amore - è assolutamente reale. Altrimenti non è "mistica". Lo testimoniano i santi, i poeti, e gli amanti.


(Foto da Flickr/string_bass_dave)



martedì 19 febbraio 2008

Non conoscerete niente

"Non conoscerete niente senza l'amore" (Dostoevskil)

L'itinerario di Giovanni Casoli alla ricerca di Dio nella letteratura contemporanea - il primo saggio del libro Vangelo e letteratura (post precedente e post del 18 febbraio) - giunge alla fine con la terza situazione, quella in cui c'è una meta e la strada per raggiungerla, pur nella "morte di Dio".

Ad essa fa da ponte uno scrittore, Albert Camus, non credente né nella meta né nella strada, ma che nel suo appassionato umanesimo ateo si pone drammaticamente a camminare sul solco stesso del credente, per l'impulso di una solidarietà che supera le affermazioni e le negazioni stesse: "Noi lavoriamo insieme - dice ne La peste il non credente dott. Rieux al prete Paneloux - per qualcosa che riunisce oltre le bestemmie e le preghiere. Questo solo è importante". E aggiunge: "Quello che odio, è la morte e il male, lei lo sa. E che lei lo voglia o no, noi siamo insieme per sopportarli e combatterli. (...) Dio stesso ora non ci può separare".

Questo ponte che Camus costruisce tra ateismo sincero e fede sincera si chiama, dice Casoli, oltre ogni retorica, amore. Ed è qui che si incontra - insieme ad artisti molto grandi e grandissimi come
Millet (capace di trasformare l'infornatura del pane in un gesto eroico e santo), Rouault, l'epico del quotidiano, Gaudì l'architetto dei cieli aperti, Chagall il premonitore di cieli e terre nuove, Morandi il contemplativo della creazione - il narratore forse più grande di tutta l'età contemporanea, Fjodor Dostoevskij. Una grandezza e un genio non consistenti in affermazioni filosofiche o teologiche, ma nella rappresentazione della reale condizione umana, inferno e purgatorio, e dell'unico suo possibile riscatto che è l'amore capace di scendere negli inferi più profondi.

giovedì 22 novembre 2007

Fissione nucleare

Come nel post precedente, mi permetto di rubare dal blog di Accattoli altre 2 citazioni di Benedetto XVI. Sono per queste debitore ad Andrea Macco, alias Feynman82, fisico e giornalistico scientifico, che le ricorda nel suo commento. Mi perdoneranno se dico che rubo spinto dalla bellezza?

La prima frase è in riferimento all’Eucaristia, dall'omelia del Papa alla Gmg di Colonia: “La vittoria dell’amore sull’odio, la vittoria dell’amore sulla morte e’ la fissione nucleare portata nel piu’ intimo dell’essere. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo”. Ogni cuore ha bisogno di questa fissione nucleare per guarire le sue ferite ed iniziare il suo cammino di trasformazione.

E ancora, immagine ripresa al convegno di Verona:
La risurrezione di Cristo è stata dunque come un’esplosione di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo, lo trasforma e lo attira a sé”.

Tutto il senso dell'universo

In ogni piccolo ma genuino atto di amore c’è tutto il senso dell’universo“. Dal blog di Luigi Accattoli rubo questa citazione da Benedetto XVI, detta all’Angelus di domenica. Condivido l'entusiasmo di Luigi per bellezza, la dolcezza e la semplecità di queste parole, da 'ruminare' nella mente e nel cuore. Luigi poi ricorda queste altre due frasi. “L’amore basta e salva l’uomo. Chi ama è un cristiano”, scritta da teologo (Joseph Ratzinger, Tempo di Avvento, Queriniana 2005, p. 63 - l’originale tedesco è del 1965). Quindi nella Deus caritas est: “Il cristiano sa che Dio è amore e si rende presente proprio nei momenti in cui nient’altro viene fatto fuorché amare” (n. 31). Perle di splendore.