Oggi vorrei che la morte restasse uno scandalo [...] La morte scandalizza la nostra visione autocentrata, il nostro tutto bene sempre, il nostro controllo. Ti prego morte, non lasciarti addomesticare, non diventare turistica, continua a farmi un assoluto male e dammi il mistero di te, di me, della non separatezza [...]
Mia sorella è morta d'estate, a fine luglio. Ma era all'ospedale già da un mese e mezzo. Non tutti volevano avere notizie, gli rovinavano l'estate. Ho avuto rispetto, ho taciuto. E ora so che come tutti gli estremi la morte è spada, di qui chi è qui, di là chi è altrove [...]
Eppure la morte è un altro genere di nascita. L'ho visto, non solo nel corpo di chi muore, che così spesso diventa simile a un feto, ma anche in chi resta, si nasce di nuovo, si cambia pelle [...]
Non so cosa diventerai, sorella mia, ma so che sei in viaggio. So che ogni viaggio disfa, so che ogni viaggio riconsegna. So che si torna sempre. So che c'è sempre una casa anche se non so com'è né dov'è.
Chandra Livia Candiani, Il Silenzio è cosa viva. L'arte della meditazione (Einaudi)
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