A tutti. Se muoio non incolpate nessuno. E, per favore, niente pettegolezzi: il defunto non li poteva soffrire. Mamma, sorelle, compagni, perdonatemi. Non è una soluzione (non la consiglio a nessuno), ma io non ho altra scelta [..] 
Come si dice,
l'incidente è chiuso:
La barca dell'amore 
si è spezzata contro gli scogli banali della quotidianità.
La vita e io siamo pari,
inutile elencare
offese, 
dolori,
torti reciproci. 
Voi che restate siate felici.
(Lettera, 12 aprile 1930)
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