Louis-Ferdinand Céline, Viaggio al termine della notte, 1932.
Libro dello sradicamento, del sarcasmo e dell'irrisione violenta, è considerato un classico della narrativa europea del Novecento.
I vagabondaggi del medico francesce Ferdinand Bardamu, dalla prima guerra mondiale (un mattatoio internazionale in preda alla follia) all'Africa coloniale, dall'America del fordismo alla Parigi dei poveri, mettono impietosamente a nudo sia le miserie dell'individuo (bestia verticale) che quelle della società in cui si muove (una prigione che non ha bisogno di porte). Ogni valore ha perso tenuta. La distinzione tra bene e male si è fatta drammaticamente sempre più labile (l'anarchia dappertutto) . L'unica legge pare essere quella della sopravvivenza. Celine lanciava con questo libro - scrisse il critico letterario del Berliner Tageblatt - "una bomba contro l'intero edificio della nostra umanità".
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Bisognerà raccontare tutto senza cambiare una parola, di quel che si è visto di più schifoso negli uomini.
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È degli uomini e di loro soltanto che bisogna aver paura.
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La miglior cosa che puoi fare quando sei a 'sto mondo, è di uscirne.
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