"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
mercoledì 4 marzo 2009
La famiglia Vittimisti
Ancora sul "fare" la vittima e sul libro di Giacobbe (vedi il post del 3 marzo).
Tu dici: non mi riguarda, io non sono una vittima nè "faccio" la vittima. Va bene, ci credo. Allora sicuramente non ti ritroverai in nessuno degli esilaranti ritratti disegnati dall'autore, in quella che è descritta e raccontata come una vera famiglia, la famiglia Vittimisti.
Si parte dalla «nonnina», la «vecchietta», perchè «l'abilità del vittimismo cresce con il crescere dell'età e raggiunge il massimo nella vecchiaia». «Vecchiette e vecchietti incapaci di colpire una mosca con un bazooka - scrive Giacobbe - tengono per le palle intere famiglie». Come? «Lamentandosi. Facendo le vittime». «Più gli altri sono buoni, onesti, generosi, più tu, con il vittimismo, ne fai quello che vuoi».
Il figlio della nonnina è Ipocondriaco. La «maledizione del medico della mutua», non ha passato giorno della sua vita senza lamentarsi di essere ammalato di qualche cosa. Ha la casa piena di medicinali. «Vive con il termometro piantato nel culo». Il suo sogno è vivere in un ospedale, nutrirsi con le flebo e svuotarsi tutti i giorni l'intestino con un enteroclisma. Le supposte sono la sua modalità di farmacologica preferita, secondo lui «la più grande invenzione umana dopo la ruota».
Ipocondriaco ha una sorella: Salutista. Ovviamente vegetariana, è contraria agli Ogm e mangia solo "bio". Non va con gli uomini per paura delle malattie. Lava le mani almeno dieci volte al giorno. Respira in casa aria depurata. «Nel testamento lascia detto di disinfettare accuratamente la bara».
Ipocondriaco e Salutista hanno un figlio (ovviamente con l'inseminazione artificiale). Si chiama Lamentoso. A scuola, all'università, al militare, al lavoro, il giorno del matrimonio. Ovunque trova modo e occasione per lamentarsi. Si lamenta del fallimento della Parmalat, anche se lui non ha comprato nemmeno un'azione. Si lamenta del Centro e dei partiti estremisti, del Centro-sinistra e dei sindacati. L'importante è per lui lamentarsi. Il lamento è vita.
Suo fratello è Incontentabile. Mentre Lamentoso si limita a lamentarsi ma poi ingoia tutto, lui non ingoia niente. Rifiuta. È una protesta continua.
Lamentoso e Incontentabile hanno una sorella: Crocerossina, pronta a sacrificarsi fino al martirio, si sposa e partorisce 4 gemelli: Pauroso (appena nato devono praticargli la respirazione artificiale perchè ha paura di respirare; al matrimonio non si presenta per paura che non si presenti la sposa), Tappetino (chiede scusa a tutti), Tradita e Catastrofica (non si accontenta di ergersi solo lei a vittima. Vuole coinvolgere tutto l'universo).
Tappetino e Tradita fanno un figlio: Imputato. Si sente accusato di tutto, anche se nessuno gli dice niente. Chiunque lo guardi lo reputa colpevole.
Anche Catastrofica e Pauroso fanno un figlio: Atlante. Il «componente più commovente e cretino della famiglia Vitimisti». È quello che si porta il mondo sulle spalle. Non dorme perchè pensa allo Tsunami, al Darfur, ai bambini dei Biafra, ma anche all'assistenza sanitaria e la previdenza sociale per le prostitute, ai gay, alle minoranze. Come molti dei suoi parenti muore suicida. Vorrebbe impiccarsi a una trave ma, ovviamente, anche la trave gli cade addosso...
E poi ancora nipoti e pronipoti: Insicuro, Ansioso, Depresso, Sospettoso, Infelice, Smarrita, ecc... Sono tanti, ma una caratteristica li unisce tutti: la paura. Al fondo di tutti i Vittimisti c'è la paura.
Sicuro che non sono parenti?
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2 commenti:
Qui c'è tutto il DSM. Ed anche Karpman, che alla vittima ed al persecutore inseriva un ruolo ulteriore: il salvatore.
Così V, P e S si scambiano i ruoli ed il casino è istuituzionalizzato.
Negli esempi tutto è convincente, su un punto, però, l'Autore o fallisce o glissa: "Imputato".
Sai dirmi perchè?
non so se so risponderti, lycopodium. Forse sono solo io che non sono riuscito a rendere la figura dell'Imputato, a cui l'autore dedica - come agli altri "familiari" - poche righe ma interessanti, oltre che divertenti.
Di fatto, anche l'Imputato è un vittimista, o meglio "fa" la vittima, perchè ama pensare che tutto il mondo ce l'abbia con lui. In ogni relazione tende a vedere un'accusa o un'attacco verso di lui. Vive, di conseguenza, costantemente in difesa, o in attacco, che è semplicemente l'altra faccia della medaglia. E' un atteggiamento, tra l'latro, che conosco bene...
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