Ho finito di leggere questa sera "Notte della cultura europea", piccolo ma densissimo libro di cui ho gia parlato nel post del 5 febbraio.
Tanti - troppi - i passaggi notevoli da ricordare. Sulla frattura tra Vangelo e cultura, tra Cristianesimo e cultura, esplosa con l'umanesimo rinascimentale e il protestantesimo luterano e calvinista: «la fede è capita e sentita estrinseca alla ragione», «estarnea al pensiero e lentamente nemica di esso».
Sulla «forza tragica e l'originalità terribile dell'ateismo europeo»: «un ateismo di salvezza dell'uomo», che per essere finalmente se stesso deve eliminare dall'orizzonte (o almeno metterlo tra parantesi) qualsiasi dio. Perchè «non solo un dio come postulato dela ragione non ha senso, ma addirittura è sintomo di una malattia dell'uomo, psicologica e/o sociale». «La fine del dio è sentita come la nascita dell'uomo libero».
Sull'origine, lo sviluppo ma soprattutto l'approdo del nichilismo, che da «negazione dell'Assoluto» si fa «Negazione assoluta».
Sul «rischio della Chiesa di ricercare la perduta cristianità non in avanti, nello Spirito che fa nuove tutte le cose scompigliando di continuo gli orizzonti conosciuti, ma indietro in una presenza di sé nel sociale non nel grande realismo della profezia, ma nel piccolo realismo della politica».
Bellissime e cruciali le pagine sulla teologia da riscoprire come mistica, come esperienza finalmente trinitaria di Dio. Sulla differenza tra il nichilismo e il Non-Essere per Amore. Sulla «croce come evento culturale». Sul Gesù abbandonato come «paradigma unico per la comprensione del "lavoro" di Dio nell'oggi della cultura europea» («Gesù abbandonato è Dio che ci ha raggiunto nell'abisso del nostro niente»).
Tanto altro ancora contiene questo libro la cui originalità maggiore, alla fine, è forse quella di non rassegnarsi ad una visione pessimistica, tutta negativa e senza speranza della crisi culturale contemporanea. Osa dire, invece, l'autore, Giuseppe Maria Zanghì: «La crisi dell'oggi, nella luce dell'Abbandonato risorto, si apre su una speranza più grande». O usando le parole di Maria Zambrano: «Si potrebbe dunque credere che la nostra cultura stia morendo, soprattutto nel suo nucleo occidentale più antico, l'Europa. Ma potrebbe essere tutto il contrario, un'alba». «Qualcosa se ne è andato per sempre, adesso è questione di tornare a nascere».
1 commento:
mi è capitato in questi giorni di ri-leggere con piacere "Ipotesi su Gesù" di Vittorio Messori... un libro che trovo ancora davvero illuminato e originale, oltrechè semplice.
In cui bene si capiscono i danni fatti al cristianesimo dei Vangeli (e al mondo) dallo sposalizio (un po' modello "atei devoti") con il "dio dei filosofi"...
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