Primo. Cosa manca alla mia preghiera? Secondo. Cosa vorrei dalla mia preghiera? Due domande dirette cui rispondere altrettanto direttamente, “senza ragionamenti”. Così abbiamo iniziato quest’anno gli incontri della fraternità delle giovani coppie, a San Frumenzio. A porre le domande Marco Guzzi, venuto a raccontarci l’esperienza della preghiera. Ed ecco le risposte, in fila. Cosa manca alla mia pratica di preghiera? La pratica (!), la continuità, il silenzio, la capacità di abbandono, di svuotare la mente. Cosa vorrei raggiungere: l’intimità con dio; la condivisione con il marito/la moglie; “sentire” la Parola di dio anziché capirla (anzi, spesso capire la Parola mi impedisce di sentirla); riuscire ad avere quella forza che mi spinga a vivere diversamente, vivere un dialogo ininterrotto con Gesù; ritrovare lo sguardo di Dio su di me; rinnovarmi interiormente.
“Quello che desideriamo dalla preghiera – ha commentato Marco – è ciò che desideriamo dalla vita”. Il che significa che “siamo la preghiera che viviamo”: “Quello che riusciamo a vivere nella preghiera, lo viviamo nella vita. Ciò che ci manca nella preghiera, viene a mancarci nella vita”.
Come può essere, allora, o deve essere questa preghiera? Marco invita a leggere San Paolo, la lettera agli Efesini, il capitolo 4, 17-24
non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell`ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore ... Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, … dovete deporre l`uomo vecchio …, l`uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici. Dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l`uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
O anche Colossesi 3, 8-11
Ora invece deponete anche voi tutte queste cose... Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell`uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore.
“Deporre” e “rivestire” sono i due verbi della preghiera secondo Marco. Ma il primo lo trascuriamo spesso, rendendo di fatto vano anche il secondo.
2 commenti:
“Quello che desideriamo dalla preghiera è ciò che desideriamo dalla vita”. Apparentemente lapalissiamo ma spiritualmente (cioè parlo di concretezza) illuminante.
D'accordissimo. Esattamente l'impressione che mi ha fatto, e continua a farmi, questa frase.
Posta un commento