mercoledì 20 giugno 2012

Come un buon pescatore


Siedi nella tua cella come nel paradiso. Scordati del mondo e gettatelo dietro le spalle. Fa' attenzione ai tuoi pensieri come un buon pescatore ai pesci


Inizia così la "piccola regola" di San Romualdo, eremita e fondatore di monasteri, padre dei monaci camaldolesi (nell'immagine a destra ritratto da Giotto, nella cappella degli Scrovegni).

L'ho ascoltata ieri per la prima volta declamata da Marco Guzzi in un incontro alla Camera dei Deputati su "La Parola e il Silenzio. Zen, Sufismo, Mistica Cristiana Tre vie sapienziali nel solco dell'attualità".

Proprio ieri la liturgia della Chiesa Cattolica celebrava la memoria liturgica di San Romualdo, nato a Ravenna intorno al 952 avanti Cristo e morto vicino Fabriano il 19 giugno del 1027.

E' bello quando le tradizioni sapienziali millenarie si incontrano, ognuna nella sua specificità. E' bello rendersi conto delle tante analogie e anche delle differenze, senza irrigidimenti né sincretismi. E ascoltare quanto di buono, ricco e utile (pratico) possono insegnare ed offrire all'uomo di oggi, alla ricerca di un centro interiore pacificante e rigenerante, "ricreativo".

Nell'era della globalizzazione planetaria, l'incontro con l'Altro si rivela sempre più inequivocabilmente come Segno dei tempi. La ricchezza dell'altro - penso in particolare alle pratiche meditative appartenenti alla tradizione orientale - diventa l'occasione per riscoprire (e rinnovare) la mia ricchezza, la ricchezza della nostra tradizione spirituale, che in maniera impropria o quanto meno riduttiva chiamiamo occidentale (i Padri del deserto erano occidentali? eppure appartengono a pieno titolo alla nostra tradizione).

Eppure quante rigidità e quante ambiguità intorno a questi temi, quante resistenze e quanta superficialità. Quante violente chiusure e altrettanto violente semplificazioni. Sono convinto che passeranno anche queste. L'urgenza dei cuori avrà ragione di ogni cosa. La ricerca straziante della felicità (cioè del Paradiso) ci costringerà a passare per le strade che non vediamo o non vogliamo.

Lo stesso rilancio della fede, la nuova evangelizzazione, dovrà passare inevitabilmente - io credo - attraverso la scoperta e soprattutto la pratica, l'esperienza concreta, di una interiorità sempre più viva e più autentica, una sorta di mistica quotidiana o monachesimo laico, feriale, che sappia riconciliarci con noi stessi (pensieri, parole, opere e omissioni) e con gli altri, con il mondo e il suo Creatore, con la sua Parola ed il suo Silenzio.

Magari attraverso "piccole regole", come quella di San Romualdo (qui in un'altra traduzione)

Siedi nella tua cella come nel paradiso. Scordati del mondo e gettatelo dietro le spalle. Fa' attenzione ai tuoi pensieri come un buon pescatore ai pesci.

L'unica via per te si trova nei Salmi, non lasciarla mai. Se da poco sei venuto, e malgrado il tuo primo fervore non riesci a pregare come vorresti, cerca, ora qua ora là, di cantare i Salmi nel cuore e di capirli con la mente. 

Quando ti viene qualche distrazione, non smettere di leggere; torna in fretta al testo e applica di nuovo l'intelligenza. 

Anzitutto mettiti alla presenza di Dio come un uomo che sta davanti all’imperatore. 

Svuotati di te stesso e siedi come una piccola creatura, contenta della grazia di Dio; se come una madre Dio non te la donerà, non gusterai nulla, non avrai nulla da mangiare.


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