lunedì 2 luglio 2012

Di chi non offre che parole


Stanco di chi non offre che parole, parole senza lingua / Sono andato sull'isola coperta di neve. / Non ha parole il deserto. / Le pagine bianche dilagano ovunque! / Scopro orme di capriolo sulla neve. / Lingua senza parole

Questi versi sono del poeta svedese Tomas Tranströmer, premio Nobel per la letteratura nel 2011. Citati da Antonio Spadaro nel suo intervento di presentazione della Lettera del cardinale Betori alla diocesi di Firenze, intitolata "Nel silenzio, la Parola".

Sembra una poesia sul silenzio, scrive Spadaro, ma non lo è affatto. E' al contrario un elogio della parola, della parola viva, delle parole con lingua. Tranströmer scrive poesie dal silenzio e non del silenzio ("Poesia dal silenzio" è il titolo della sua prima antologia tradotta in Italia).

Silenzio e parola non si oppongono, infatti, ma fanno parte di un unico cammino. Il silenzio è parte integrante della comunicazione, parte della capacità dell'uomo di parlare, e non il suo opposto. Lo sa bene la poesia, che di questo cammino, di questo sentiero cerca le tracce, cerca le orme. E' anzi forse questa la sua vocazione specifica.


(Foto da Flickr, creative commons, Billy Lindblom)


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