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domenica 17 aprile 2022

Dimmi cosa mangi

Dimmi cosa mangi, ti dirò chi sei.

Una cena molto originale. Breve racconto scritto di Fernando Pessoa, in inglese, a solo 19 anni. A metà strada tra il noir e l'horror, con suggestioni di Edgar Allan Poe. 

Notevole l'abilità descrittiva dei tratti psicologici nascosti del protagonista, Herr Prosit, presidente della Società di Gastronomia di Berlino, uomo apparentemente e costantemente ilare, allegro ed affabile, eppure caratterizzato nel profondo da una serietà innaturalecome qualcosa di simile al dolore, che gli altri tuttavia non vedevano, non notavano. 

Come in una notte di bufere in cui si susseguono le une alle altre, ma a intervalli, colui che ne è testimone considera l'intera notte una notte di tempesta, dimenticando gli intervalli tra i momenti più violenti e attribuendo alla notte la caratteristica che lo ha colpito di più; così seguendo un'inclinaziobe dell'animo umano, si diceva che Prosit fosse un uomo allegro, perché ciò che più colpiva in lui era l'allegria fragorosa, la sua gioia rumorosa. Nella tempesta il testimone dimenticava il profondo silenzio degli intervalli. 







martedì 21 febbraio 2012

Apprendistato a disimparare


Tra tutte le strade che portano a Dio, o Oltre-Dio, quella della negazione, del paradosso, dell'annullamento, della dimenticanza di sè, si rivela spesso la più feconda, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche artistico, poetico.

E' la strada, terribile e impareggiabile, del Nada Y Todo di San Giovanni della Croce, ripreso mirabilmente nel Novecento da Thomas Stearns Eliot (il secondo dei Quattro Quartetti).

Una strada che mi pare attraversare anche la poesia di Fernando Pessoa, sotto forma provocatoria di "apprendistato a disimparare", svuotamento (o programmatica rinuncia) del significato delle cose.

Ne è un esempio la poesia: Oltre-Dio. Con la prima sezione intitolata: Abisso.

Guardo il Tago, in modo tale
Da scordarmi di guardare,
E ad un tratto ciò mi porta
Incontro al vaneggiamento –
Che cos’è esser fiume e scorrere?
E che significa il vederlo?


D’improvviso sento poco,
Vuoto, il momento, il luogo.
Tutto d’improvviso è vacuo
Persino il mio pensare.
Tutto – io e il mondo attorno –
Diventa molto più estraneo.


L’essere, lo stare, perde tutto
E svanisce dal pensiero.
Non posso più collegare
L’essere, l’idea, l’anima di un nome
A me, alla terra o al cielo…


E a un tratto trovo Dio.


(foto da wikipedia/fernandopessoa)