sabato 16 luglio 2022

La storia dei miei versi

La storia dei miei versi non può che coincidere con la mia storia umana. Rifiuto e considero vietate le fredde determinazioni dell'intelligenza, le esercitazioni (sia pur civilissime), le sperimentazioni che furbescamente o ingenuamente tentanto l'impossibile colpo di dadi.

Non mi riesce di capire il "mestiere" di poeta, i ferri, il laboratorio di questo "mestiere". Quella del poeta è per me una pura e semplice condizione umana, la poesia appartiene alla nostra più intima biologia, condiziona e sviluppa il nostro destino, è un modo come un altro di essere uomini. [...] 

Cominciai a scrivere versi non so come, ero sempre in preda a non so quale ebrezza, stordito da sensazioni troppo acute, troppo dolci. Le mille cose che quella snervante primavera mi proponeva erano magicamente gravide di significati, ricche di acutissime, deliziose radiazioni. Come in una seconda infanzia, cominciai a enumerare le cose, a compitare in versi un ingenuo inventario del mondo

Bartolo Cattafi, in Poesia italiana contemporanea (Guanda, 1964).


mercoledì 13 luglio 2022

La prova che torneremo

Da Sempre tornare, ultima tappa dellantrilogia a ritroso di Daniele Mencarelli, dopo Tutto chiede salvezza e La casa degli sguardi, sempre pper Mondadori. 

Non so come, ma la bellezza c'entra.
Dentro ogni colore acceso, a ogni battito di ciglia che rinnova lo stupore, io sento qualcosa, come un nome che chiede di essere trovato, e pronunciato. Dentro la bellezza ci abita qualcuno. 
Come ti chiami?
Siamo soli tu e io: esci fuori.
Non lo dirò a nessuno.

***

Ho sempre avuto la sensazione che negli occhi degli animali, dentro certi sguardi come quello che mi sta offrendo questo gatto di strada, passi un desiderio enorme di comunicare nell'impossibilità di farlo.
Da anni ho una certezza. Anche questa la tengo per me.
Gli animali sanno.
Per questo non parlano.
Per questo Dio gli ha tolto la parola.

***

Vorrei avere il coraggio di confessare ad Annamaria cos'è Dio nella mia vita. Non proprio lui, ma il desiderio di lui. Mi piacerebbe farle sentire cosa ho dentro. Prenderle la mano dal volante e poggiarmela al centro del petto. Dirle senza nessuma vergogna: "Io è come se c'avessi dentro un cane che s'è perso il padrone, con quella nostalgia, come se c'avesse vissuto assieme. E lo cerca ovunque. In certi momenti il profumo del padrone si fa più intenso, allora tutto diventa una presenza innamorata, ma sono lampi, bruciature di luce, in quegli istanti vedo la mano che ha piantato gli alberi" [...] Dio, ti prego, non farmi il torto di non esistere.

***

E mi ha preso una felicità che mi sarei abbracciato da solo. Questo viaggio è la cosa più bella che abbia mai vissuto.

***

Io voglio una risposta, una solamente.
La prova che torneremo.