domenica 29 novembre 2020

L'esistenza come immaginazione

Preparandomi a leggere le Visioni di William Blake (1757-1927), trovo questa sua citazione:

«L'immaginazione non è uno stato mentale: è l'esistenza umana stessa». 

È un concetto moderno di immaginazione quello proposto da Blake, accompagnato dalla convinzione che l'umanità possa superare i limiti a lei posti dai cinque sensi: 

«Se le porte della percezione (the doors of perception) fossero purificate, tutto apparirebbe all'uomo come in effetti è, infinito». 

Una suggestione che ha condizionato, tra i tanti, un grande gruppo musicale degli anni 70 e il suo leader, i Doors di Jim Morrison



mercoledì 25 novembre 2020

Rompere la diga

Ultimo dei tre Diari di Julien Green, gli anni dal 1940 al 1943. La guerra è iniziata. La Francia è occupata dai tedeschi. L'autore vive esule negli Stati Uniti. Il ricordo di Parigi e le sorti del suo Paese saranno al centro di ogni suo pensiero. 

Nostalgia, preoccupazione, angoscia e disperazione i sentimenti dominanti. Ma insieme, con ancora più insistenza rispetto ai precedenti Diari, la certezza della volontà di Dio che misteriosamente si compie. 

Un libro di grande intensità, con molte pagine e appunti memorabili, che rivelano veri tesori poetici e spirituali, da custodire e meditare. 

***

Non a tutti è concesso di spogliarsi come è accaduto a me e talvolta è un grande, un tremendo favore quello di vedersi strappati a ciò che si possiede

***

Ieri la felicità è entrata all'improvviso, come un tempo, ed è rimasta un istante nel gran salotto silenzioso e buio. Stavamo in piedi dinanzi a una finestra e guardavamo la pioggia che tesseva il suo velo nel cielo offuscato, e ho sentito che, nonostante quello che ci gridano i giornali, ho sentito che la felicità era vicina, umile come una mendicante e magnifica come una regina. Essa è sempre lì (ma noi non ne sappiamo niente) che bussa alla porta, perché le si apra, ed essa possa entrare, e mangiare con noi.

***

L'ordine vero è fondato sulla preghiera, tutto il resto non è che disordine (più o meno ben mascherato) [...] Tutto ciò che viene edificato su qualcos'altro è destinato a crollare presto o tardi nel fango insanguinato. 

***

La Bibbia contiene per ognuno di noi un messaggio cifrato. È la fede che ci dà la cifra. 

***

Non c'è verità né assoluto che nell'invisibile.

***

Tutto è perduto, ma tutto è guadagnato. All'estremo punto della disperazione ricomincia la speranza che conduce sino alle stelle. 

***

Non c'è più pace se non nella preghiera. I pochi minuti che noi concediamo a Dio sono come una fortezza in cui ci rifugiamo e ove possiamo star certi che il secolo non ci raggiungerà. 

***

Dipendiamo talmente gli uni dagli altri che nulla è proprietà di ciascuno di noi, ma, come ogni gioia ci è comune, così ogni dolore

***

Noi siamo fatti di tutto ciò che vediamo e ascoltiamo, di tutto ciò che leggiamo e crediamo. Il nostro corpo, di tutto ciò che mangia. Così l'anima che, a suo modo, mangia anch'essa. 

***

Soltanto dopo morti sapremo ciò che voleva significare la nostra vita

***

Quanti leggono e scrivono non per conoscere la verità, ma per accresce il loro piccolo io! 

***

La parola umana [...] spesso è così inferiore a quanto si propone di esprimere che ci si domanda che non sia questa una delle conseguenze dalla Caduta [...] La vera parola, la parola delle parole, si scopre soltanto nel cuore del silenzio

***

Hitler può distruggere le città e scacciarci da casa nostra, ma non può uccidere la gioa soprannaturale che viene dall'alto. 

***

Niente invecchia più un uomo di un pregiudizio. 

***

Una biblioteca è il punto di confluenza di tutti i sogni dell'umanità. 

***

Certo cattivo gusto è infinitamente da preferire all'insipido e timorato buongusto che regna nella maggio parte delle case borghesi. 

***

Si muore con la testa piena di bei testi e il cuore assolutamante vuoto. 

***

Il segreto di una grande opera non consiste in altro che nella forza irresistibile della verità. 

***

Ogni vita umana è una meraviglia di complicazione, i cui particolari sono appena avvertiti soltanto da colui che tiene un diario, e il cui segreto non è mai conosciuto da altri che da Dio. 

***

È più facile organizzare eserciti e vincere la Francia che dipingere una tela di Renoir. 

***

Sfogliando dei libri sulla preghiera mi sono detto che il miglior libro sulla preghiera si legge in ginocchio, a mani giunte e a occhi chiusi. 

***

Ogni vera gioia come ogni vera tristezza ci viene dal didentro. Il mondo esteriore con le sue illusioni deliziose e terrificanti non può che gettarci nell'agitazione e impedire che ci si ritrovi. Bisogna cercare la strada che conduce verso la parte più intima di noi stessi se vogliamo gustare la pace che supera ogni intendimento. 

***

Soltanto la Bibbia è eternamente giovane, come un torrente di montagna che rotola da migliaia di anni. 

***

C'è un giorno dell'anno che sarà per ognuno di noi, che, da sempre, è già la porta buia attraverso la quale si andrà a Dio per sempre. Com'è che si passa tante volte davanti a questa porta senza nessun presentinento? 

***

Ci si meraviglia a vedere quanto siano scarsi gli uomini che hanno il senso della poesia, non voglio dire il senso della poesia verbale, che del resto è infinitamente raro, voglio dire il senso della poesia senz'altro, la poesia della vita. Un signore che tiene sempre l'orecchio attaccato al ricevitore del telefono non sa che farsene della poesia [...], non ne ha il tempo. Ma un uomo che va in chiesa e che prega introduce nella propria vita il soprannaturale. Proprio per questa ragione io vedo nella Chiesa il rifugio dei poeti

***

Il maggiore esploratore su questa terra non fa viaggi più lunghi di colui che scende in fondo al proprio cuore e si china sugli abissi dove il volto di Dio si specchia tra le stelle. 

***

Introdurre il soprannaturale nella propria vita, rompere la diga che ci protegge dal l'Oceano, da Dio, significa voltarsi a una tragedia senza nome. In realtà tutta l'educazione moderna tende ad amarci contro lo spirituale. Per aver pace, per stabilire un equilibrio durevole (ma quale pace e quale equilibrio?) ci insegnano a sventare tutti gli stratagemmi di quel perpetuo assediatore che è Dio. Noi gli opponiamo un invincibile tepore, ma, per poco che si ceda su un punto, il cielo intero coi suoi golfi e i suoi milioni di astri si scaglia dentro di noi. Combattuto tra l'incanto e il terrore, il mistico si sente condotto per mano, poi bruscamente abbandonato nel cuore della notte. La sua vita quotidiana prende un senso nuovo e profondamente misterioso per il solo fatto che il caso ne viene eliminato. Tutto quello che accade è voluto, [..] niente è fortuito, Dio è dappertutto. Ma che sappiamo noi di Dio, di ciò che vuole, di ciò che pensa? Le civiltà scompaiono l'una dopo l'altra ed egli sta in silenzio. Forse egli è più incomprensibile all'uomo di quanto l'uomo non sia incomprensibile alla formica o all'ape [...]. Tuttavia Dio vuole entrare in comunicazione con noi in quella dimora segreta che è la sottile cima dell'anima e vuole che noi l'amiamo. Queste verità sono talmente rifritte nel nostro mondo pseudo-cristiano che si esita a enunciarle ancora una volta [...]. Si dice: Dio ci ama. E v'è in ciò di che diventar pazzi

***

Dio non parla ai chiacchieroni

***

A coloro che leggono troppo, si potrebbe dire che Dio non li interrogherà su quello che avranno letto e che essi confondono il Giudizio Universale con la laurea.

(Il primo e il secondo Diario di Julien Green) 

domenica 22 novembre 2020

Il gran rifiuto

Il prossimo 4 gennaio 2021 saranno 80 anni esatti dalla morte di Henri Bergson, il noto filosofo francese di origini ebraiche che alla fine della sua vita si avvicinò al cattolicesimo.

All'età di circa 80 anni, saputo che i tedeschi gli avevano offerto la nomina di "Ariano onorario", rifiutò il titolo osceno e andò a registrarsi in Prefettura come ebreo, nella Francia occupata dai nazisti. Julien Green nel suo Diario racconta così la scena: "Si alza dal letto, si avvolge in una coperta, esce in pantofole, appoggiato al braccio di un domestico, e si reca così alla Prefettura, dove si fa segnare nel registro come ebreo". 

Nel suo testamento, del 1937, Bergson aveva scritto:

"Le mie riflessioni mi hanno portato sempre più vicino al cattolicesimo, nel quale vedo il completamento dell'ebraismo. Io mi sarei convertito, se non avessi visto prepararsi da diversi anni la formidabile ondata di antisemitismo, che va dilagando sul mondo. Ho voluto restare tra coloro che domani saranno dei perseguitati. Ma io spero che un prete cattolico vorrà venire a dire le preghiere alle mie esequie, se il cardinale arcivescovo di Parigi lo autorizzerà. Nel caso che questa autorizzazione non sia concessa, bisognerà chiamare un rabbino, ma senza nascondere a lui o ad altri la mia adesione morale al cattolicesimo, come pure il desiderio da me espresso di avere le preghiere di un prete cattolico". 

In occasione della sua morte, il suo desiderio fu assecondato.

Prigionieri di guerra

"Il soldato IAPINO VITTORIO chiede notizie del fratello IAPINO ROSARIO, prigioniero dal 22/1/41".


Mio nonno Rosario e il fratello Vittorio, entrambi fatti prigionieri in Nord Africa, alla fine si ritroveranno in Inghilterra

Il Corriere del prigioniero era il settimanale in lingua italiana promosso dal governo inglese (Political Intelligence Department) a scopi di propaganda, per "rieducare" i prigionieri italiani in Inghilterra (nel 1944 saranno oltre 150.000) ai valori democratici e antifascisti.

Il primo numero del Corriere del prigioniero uscì nel mese di giugno del 1942, per poi cambiare subito nome nel Corriere del Sabato, molto più politicamente corretto.

Ipotizzo che l'appello per il ritrovamento di mio nonno da parte del fratello fosse di quell'anno. Per più di un anno, dunque, nessuna notizia del soldato IAPINO ROSARIO neanche a casa, a Bacoli (Napoli), dove lo aspettava la moglie Anna (mia nonna) e il figlioletto Mario (mio papà), nato nel marzo del 1940.

Lo conferma un altro documento storico familiare, la cartolina scritta dal papà di Rosario - il mio bisnonno Carmine Iapino - e indirizzata a mia nonna Anna. È datata 13 maggio 1941, 5 mesi dopo la cattura di nonno da parte degli inglesi, ma non so se ne fossero al corrente. 


"Cara figlia", scrive Carmine da Casamicciola (Ischia), "A riguardo di Rosario abbiamo avuto la risposta dalla croce rossa e mi anno detto che finora non sanno niente. Non appena che li arriverà qualche notizia subito me la comunicano senz'altro".

Nella cartolina "nonno" Carmine si preoccupa anche di mio papà, suo nipote Mario, che "tiene la bronchite polmonare" e "stiamo tutti dispiaciuti" . Ma tu, dice alla nuora Anna, non so se per incoraggiare lei o tranquillizzare lui, "sei ottima a curare".


In effetti è stata "ottima". Il figlio Mario ha compiuto 80 anni lo scorso marzo. La bronchite, alla fine, gli è passata.

(Nonno Rosario e il fratello Vittorio prigionieri in Inghilterra) 

domenica 15 novembre 2020

L'Italia come sogno

L'Italia ha questo di straordinario, rispetto alle altre nazioni. Non è nata dalla politica o dalla guerra. Non da un matrimonio dinastico, non da un trattato diplomatico. È nata dalla cultura e dalla bellezza. Dai libri e dagli affreschi. È nata da Dante e dai grandi scrittori venuti dopo di lui: Petrarca, che da piccolo ebbe la fortuna di incontrarlo; Boccaccio, che per primo definì la Commedia "Divina" e la lesse in pubblico. È nata da Giotto, che Dante cita nel Purgatorio, e che forse incontrò mentre affrescava nella Cappella degli Scrovegni il Giudizio universale, con i sommersi e i salvati. E l'Italia è nata dagli altri artisti che da Dante furono ispirati nel ritrarre il Bene e il Male, il Paradiso e l'Inferno, la grandezza dell'uomo e l'abisso della sua perversione. Dante non è soltanto il padre della lingua italiana [...] Dante è anche il padre dell'Italia. Un nome che ripete ossessivamente, fin dal primo canto del suo poema. Dante non pensa a uno Stato italiano, che sarebbe nato solo 540 anni dopo la sua morte [...] Per Dante, l'Italia è un sogno. Un paradigma di cultura e di bellezza. [...] Erede della tradizione greca e latina, la fede cristiana e la cultura umanista - di cui Dante è il precursore - completano un sistema di valori e di bellezza su cui si fonda la nostra identità nazionale. 

Aldo Cazzullo, A riveder le stelle. Dante il poeta che inventò l'Italia (Mondadori 2020).

domenica 8 novembre 2020

Ce n'è una in ogni cosa

Il 2020 corrisponde ad un triplice anniversario per Gianni Rodari, tra i sette scrittori italiani più tradotti nel mondo: 100 anni dalla nascita, 40 dalla morte, 50 dal premio Anderson, il maggior riconoscimento mondiale per chi produce letteratura per ragazzi.

Civiltà Cattolica gli dedica un lungo articolo da cui traggo una citazione e 3 filastrocche. 

La citazione è del poeta romantico Novalis, tratta dalla Grammatica della Fantasia, opera fondamentale di Rodari pubblicata del 1973: "Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare".

Le tre filastrocche sono molto note e rappresentative, ciascuna a suo modo, tratte da Filastrocche in cielo e in terra (1960).

Iniziamo da Il dittatore, perché Rodari giocava, ma giocando diceva cose serie.

Un punto piccoletto,
superbioso e iracondo:
"Dopo di me - gridava - 
verrà la fine del mondo!" 
Le parole protestarono:
"Ma che grilli ha pel capo? 
Si crede un Punto-e-basta
e non è che un Punto-a-capo" . 
Tuttto solo a mezza pagina
lo piantarono in asso, 
e il mondo continuò
una riga più in basso.


La seconda è famosissima, e dice molto dello stile di Rodari e del suo desiderio di far "viaggiare" i bambini con l'intelligenza e la fantasia. 

Filastrocca impertinente, 
chi sta zitto non dice niente, 
chi sta fermo non cammina, 
chi va lontano non s'avvicina,
chi si siede non sta ritto, 
chi va storto non va dritto, 
e chi non parte, in verità, 
in nessun posto arriverà

Finale con La bella addormentata, che riassume forse l'opera di Rodari. 

Le favole dove stanno?
Ce n'è una in ogni cosa:
nel legno del tavolino, 
nel bicchiere, nella rosa. 
La favola sta lì dentro
da tanto tempo, e non parla:
è una bella addormentata
e bisogna svegliarla. 
Ma se un principe, o un poeta, 
a baciarla non verrà, 
un bimbo la sua favola
invano aspetterà. 

sabato 7 novembre 2020

L'alternativa

Dal romanzo-biografia Limonov, di Emmanuel Carrère (Adelphi, 2011), una riflessione su ciò che costituisce il centro nodale del fascismo.

Che cosa troviamo, se questo centro lo mettiamo a nudo? A voler essere radicali, una visione del mondo indiscutibilmente scandalosa: superuomini e subumani, ariani ed ebrei, d'accordo - ma non è di questo che voglio parlare. Non voglio parlare né di neonazisti né di sterminio dei presunti esseri inferiori [...] ma del modo in cui ciascuno di noi si rapporta al fatto ovvio che la vita è ingiusta e gli uomini non sono uguali: più o meno belli, più o meno dotati, più o meno attrezzati per la lotta. Nietzsche, Limonov e questa istanza in noi che io definisco "il fascista" dicono in coro: "È la realtà, il mondo così com'è". Che altro dire? Quale potrebbe essere l'alternativa a questa ovvietà? “Lo sappiamo benissimo" risponde il fascista. "La pia menzogna, il buonismo di sinistra, il politicamente corretto, tutte cose più diffuse della lucidità". 
Io invece direi: il cristianesimo. L'idea che nel Regno, che non è certamente l'aldilà ma la realtà della realtà, il più piccolo è il più grande. Oppure l'idea, espressa in un Sutra buddhista [...], secondo la quale l'uomo che si ritiene superiore, inferiore o anche uguale a un altro non capisce la realtà".

venerdì 6 novembre 2020

Latitudo Cordis

Su L'Osservatore Romano uno splendido commento di p. Timothy Radcliffe all'enciclica Fratelli Tutti, centrato sul tema del rinnovamento immaginativo

Abbiamo bisogno di una nuova immaginazione, di un salto immaginativo per comprendere il pensiero di Dio sull'uomo, la Sua immaginazione. 

L'immaginazione cristiana non è fantasia, immaginario, ma visione, visione trasfigurata dell'uomo e del suo stare nel mondo, potenza trasformatrice dello Spirito Santo, immaginazione pasquale

L'immaginazione, anzi l'avventura dell'immaginazione, è il pensiero stesso di Cristo (1 Corinzi 2,16), che agisce e produce una "latitudo cordis" (S. Tommaso) l'allargamento del cuore. L'immaginazione di Dio è un'immaginazione fraterna. 

Sogna. 

Prega. 

Ama.