martedì 21 febbraio 2012

Apprendistato a disimparare


Tra tutte le strade che portano a Dio, o Oltre-Dio, quella della negazione, del paradosso, dell'annullamento, della dimenticanza di sè, si rivela spesso la più feconda, non solo dal punto di vista spirituale, ma anche artistico, poetico.

E' la strada, terribile e impareggiabile, del Nada Y Todo di San Giovanni della Croce, ripreso mirabilmente nel Novecento da Thomas Stearns Eliot (il secondo dei Quattro Quartetti).

Una strada che mi pare attraversare anche la poesia di Fernando Pessoa, sotto forma provocatoria di "apprendistato a disimparare", svuotamento (o programmatica rinuncia) del significato delle cose.

Ne è un esempio la poesia: Oltre-Dio. Con la prima sezione intitolata: Abisso.

Guardo il Tago, in modo tale
Da scordarmi di guardare,
E ad un tratto ciò mi porta
Incontro al vaneggiamento –
Che cos’è esser fiume e scorrere?
E che significa il vederlo?


D’improvviso sento poco,
Vuoto, il momento, il luogo.
Tutto d’improvviso è vacuo
Persino il mio pensare.
Tutto – io e il mondo attorno –
Diventa molto più estraneo.


L’essere, lo stare, perde tutto
E svanisce dal pensiero.
Non posso più collegare
L’essere, l’idea, l’anima di un nome
A me, alla terra o al cielo…


E a un tratto trovo Dio.


(foto da wikipedia/fernandopessoa)


Nessun commento: