sabato 29 giugno 2024

E nella morte vivremo

SENZA FINE

E nella morte vivremo, 
solo diversamente, con delicata dolcezza, 
dissolti nella musica; 
chiamati a uno a uno in corridoio, 
soli, seppure in schiere, 
come compagni di una stessa classe che si estende sin oltre gli Urali 
e arriva fino al Quaternario. Affrancati
dalle eterne discussioni politiche,
aperti e sinceri, liberi, anche se proprio allora
si chiuderanno sbattendo le persiane
e la grandine suonerà sul davanzale
la sua marcia turca, spavalda come sempre.
Il mondo delle apparenze non svanirà
d'un tratto, a lungo farà ancora
i capricci accartocciandosi come un foglio
umido gettato dentro il fuoco.
La sete di perfezione si avvererà
quasi contro voglia, eviterà tutti
gli ostacoli, come i Teutoni impararono
a eludere la linea Maginot. Cose
minime e dimenticate, aquiloni fatti
con la cartavelina più sottile, fragili foglie
degli autunni passati ritroveranno la loro
dignità immortale, e i grandi
sistemi vittoriosi si contrarranno
come il sesso di un gigante. Non ci sarà più
la nostalgia, perché raggiungerà se stessa, stupita
per aver così a lungo cacciato la propria
artica ombra. Neppure noi ci saremo,
poiché ancora non sappiamo
vivere a una simile altitudine.

(Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti, Adelphi)





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