venerdì 16 ottobre 2009

Esame di coscienza


Due post fa ho citato la rivista Nuova Umanità, bimestrale di cultura edito da Cittanuova. Apro l'ultimo numero (luglio-ottobre 2009) e leggo nella prima pagina l'editoriale di Giuseppe Maria Zanghì che esordisce così:

«Credo che l'esame di coscienza che noi cristiani dobbiamo fare...»

Mi fermo subito. Solo quest'incipit basterebbe a giustificare l'abbonamento alla rivista oltre che la mia simpatia per il movimento dei Focolari: l'appello («dobbiamo»!) rivolto ai cristiani ad un'esame di coscienza. Prima di giudicare il mondo, giudichiamo noi stessi, non solo come singoli ma come «ecclesia» (lo dirà subito dopo). In tempi come questi segnati da scontri, chiusure e arroccamenti ideologici, mi pare una semplice ma indispensabile boccata d'ossigeno.

Riprendiamo la frase: «Credo che l'esame di coscienza che noi cristiani dobbiamo fare - scrive dunque Zanghì - è il riconoscere che non siamo ancora riusciti, come corpo, come ecclesia, a dischiudere nel cuore del mondo la cultura del Risorto. E testimoniarla, con la mente e con la vita. E informare di essa le terre sconvolte del nostro mondo».

Viene in mente la critica di Nietzsche: «Quando vedo i cristiani tristi mi convinco che il loro Dio non è risorto. Quando li vedo sereni, va in crisi il mio ateismo».

Nell'immagine, il Cristo Risorto di Piero della Francesca.



PS. Ho già parlato su questo blog di Giuseppe Maria Zanghì, con riferimento ad un suo piccolo ma fondamentale libro (vedi qui e qui)




2 commenti:

Matteo ha detto...

Ciao,
mi ricordo che ero un giovinotto,
quando ero abbonato....
come lo ero anche a Città Nuova...
Le riflessioni mi richiamavano sempre.....
25 anni fa....
cosa accadde poi?

Mi è rimasto un grande affetto per la spiritualità che Chiara ci ha fatto conoscere....
ma
l'impressione forte,
che un cammino iniziato,
ha cominciato a girare su se stesso.

Certo,
ora non sono più aggiornato
un saluto
Matteo

Alessandro Iapino ha detto...

Ciao Matteo,

io non saprei dirti se quella tua impressione di allora era giusta o sbagliata, nè sono particolarmente aggiornato sullo stato del movimento, di cui del resto non faccio parte.

Direi anch'io che nutro affetto e grande stima nei loro confronti, innanzitutto per l'elaborazione culturale e teologica di cui sono stati e sono tutt'ora capaci.

Ho conosciuto le loro rivista per caso, grazie ad un mio grande professore del liceo - poeta e critico letterario - che vi scrive regolarmente. Si chiama Giovanni Casoli.

Ho iniziato quindi a leggere i testi degli altri autori e li ho trovati largmanente al di sopra della media culturale "ordinaria", sia laica che ecclesiale.

Infine sono passato ai testi di Chiara Lubich e, recentemente, Igino Giordani (ne farò un post a breve). Qui non sono davvero all'altezza per esprimere alcun giudizio, ma solo l'impressione di trovarmi di fronte a due veri mistici.

Per tutto questo, ringrazio Dio per aver donato alla Chiesa e al mondo Chiara e il suo movimento.

Un abbraccio