lunedì 5 aprile 2021

Io sono Gesù

Io sono Gesù, di Giosuè Calaciura (Sellerio editore, 2021). 

Un libro sorprendente, coraggioso (a partire dal titolo), imperdibile. Il romanzo della storia "privata" di Gesù, fino al giorno prima o forse il giorno stesso della sua predicazione, raccontata in prima persona dal giovane figlio di Giuseppe e Maria: Sono nato a Betlemme, trent'anni fa

Una storia potente, ardita, feroce, avvincente, piena di immaginazione (sono gli anni sconosciuti di Gesù, non raccontati dai Vangeli se non per pochissimi episodi) eppure straordinariamente "fedele", che non vuol dire reale o necessariamente realistica. 

Questa "fedeltà" è possibile, da un lato, grazie ad una sapiente costruzione letteraria, che mescola mirabilmente fatti e personaggi "noti" in contesti e situazioni inventate, eppure plausibili; dall'altro, grazie ad una tensione ed onestà di fondo dell'autore, che non perde mai di vista il "mistero" della vita di Gesù e del suo drammatico destino, custodito segretamente da Maria dal primo all'ultimo giorno della loro convivenza, tra segni e premonizioni (E mentre mia madre mi teneva i piedi uno sull'altro, per abbracciarli, nel letto tutto mio allargavo le braccia a croce, come ali di uccello, e volavo nel sonno). 

Tra le invenzioni più forti e più belle, il ritorno da bambino nella grotta di Betlemme, il ritrovamento di Gesù al tempio, dove dorme con gli storpi; l'abbandono di Giuseppe e la fuga alla ricerca del padre (Vorrei ancora le tue mani perse sulla mia testa, padre, una benedizione, ancora il tuo palmo che scivola sino alla fronte per accertarsi che non avessi la febbre); l'amicizia con il cugino Giovanni e la "gelosia" per il suo rapporto speciale con Maria (Era Giovanni il prescelto. Io ero una seconda scelta, un piano di riserva); la carovana dei circensi guidata da Barabba; l'incendio di Nazareth e il nascondimento di Giuda; l'incontro con Lazzaro e la sua famiglia; la disperazione di Gesù nello "sprofondo" della sua solitudine, fino al colpo di scena finale. 

Più mi inoltravo nel deserto che mai sembrava fosse stato battuto dal piede di un uomo, più comprendevo la profondità della mia separazione dagli altri, la qualità compatta e impermeabile, onnipotente, della solitudine che mi accompagna da sempre. Ero un uomo solo e quelli che mi avevano conosciuto, senza comprenderlo, avevano capito quanto fossi irraggiungibile in quello sprofondo [...] Camminavo senza progetto, solo, [...] senza alcun sentiero tracciato né indicazione. Spettava a me aprire per primo la strada.

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