Riflessione a margine di un saggio di Civiltà Cattolica (Michel de Certeau e la teologia, di padre Paul Gilbert, 6/20 luglio 2019).
Chi come me ha tanto amato ed ama la poesia di T. S. Eliot, conosce la potenza dell'immagine evocata dal poeta nei Cori della Rocca (1934): la Chiesa come Straniera, negata ripudiata e misconosciuta dalla società moderna scristianizzata.
Questa immagine portentosa e ancora validissima è stata spesso usata, e a volte abusata, da un certo mondo cattolico in chiave antagonistica: contro il mondo secolarizzato, appunto, contro il mondo laicizzato, contro il mondo "progressista", contro il mondo altro da noi, contro gli altri insomma, anche con un certo compiacimento resistente e identitario. Con lo stesso criterio, veniva e viene giudicata arrendevole e tacciabile di apostasia qualsiasi apertura o simpatia della Chiesa verso il mondo e verso "quel" mondo in particolare.
Ebbene, un vizio di fondo di questo ragionamento e di questo atteggiamento lo trovo nella mancata comprensione (storica, poetica e teologica) che la Chiesa è Straniera anche per noi che le apparteniamo, che noi stessi siamo quel mondo di cui parla Eliot e di cui parla il Vangelo, che la distinzione noi/loro è spesso fallace e pericolosa, che la nostra relazione con la Chiesa e con il mondo è sempre dialettica e dialogica, a volte in modo inconsapevole e imprevedibile.
Ma vado oltre. Se la Chiesa è straniera e misconosciuta, ancora più straniero e misconosciuto è Dio, anche da chi crede in Lui.
Scriveva M. de Certeau, in un saggio del 1969 intitolato proprio "L'Étranger", lo Straniero: "Dio resta lo sconosciuto, colui che non conosciamo, pur credendo in lui; resta lo straniero per noi, nello spessore dell'esperienza umana e delle nostre relazioni. Ma è anche il misconosciuto, colui che non vogliamo riconoscere e che, Giovanni lo dice (Gv 1,11), non è accolto a casa sua, dai suoi".
Persino la Straniera, verrebbe da dire in modo forse un po' ardito, non riconosce lo Straniero, la Sposa non riconosce lo Sposo e spesso lo tradisce, secondo una dinamica ben presente nelle Sacre Scritture. Perché la Sposa, e la Straniera, siamo anche noi popolo di Dio, umanità tutta amata dallo Sposo, visitata clandestinamene dallo Straniero.
Nessun commento:
Posta un commento