martedì 7 febbraio 2012

Quando spunterà l'alba


«La vita che mi hai ridato/ ora te la rendo/ nel canto».

Con ritardo di qualche giorno, nel ventennale della sua morte, voglio ricordare anch'io qui David Maria Turoldo, cui sono debitore come moltissimi per la testimonianza e l'eredità poetica e spirituale, umana e culturale.

«Padre David ha avuto da Dio due doni: la fede e la poesia. Dandogli la fede, gli ha imposto di cantarla tutti i giorni». Sono parole del critico letterario Carlo Bo, richiamate dal cardinale Gianfranco Ravasi il 6 febbraio, in un suo intervento sul quotidiano Avvenire. Aggiungendo da parte sua: "Per decenni Turoldo ha cantato, attuando inconsciamente un motto della tradizione giudaica mistica che invitava il fedele a «un canto ogni giorno, a un canto per ogni giorno».

Turoldo morì per un tumore al pancreas nel 1992 (Ieri all'ora nona mi dissero:/ il Drago è certo, insediato nel centro /del ventre come un re sul suo trono). Il rapporto drammatico tra fede e dubbio: Dio e il Nulla, Presenza e Assenza, Parola e Silenzio; non cerca facili conciliazioni ma trova espressione sovente nella forma del paradosso.

No, credere a Pasqua non e’
giusta fede:
troppo bello sei a Pasqua!
Fede vera
e’ al Venerdi’ Santo
quando Tu non c’eri
lassu’.
Quando non una eco
risponde
al suo grido
e a stento il Nulla
da’ forma
alla Tua assenza.

L'unica soluzione, l'unica "restituzione" possibile, fino alla fine, è quella offerta dal "canto": La vita che mi hai ridato/ ora te la rendo/ nel canto. E' la sigla autobiografica dei sui "Canti ultimi", scritti nel 1991 prima di morire.

Non so quando spunterà l'alba
non so quando potrò
camminare per le vie del tuo paradiso


non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.


E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:


e potrò vederti in volto
senza arrossire.


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