lunedì 31 gennaio 2011

Chromo sapiens


L'uomo è creativo per definizione (…) Tutti siamo creativi (…) Siamo tutti artisti” (Pablo Echaurren).

Questa domenica mi sono regalato la visita alla mostra di un artista davvero incredibile, che per mia ignoranza non conoscevo (devo ringraziare della segnalazione Giuseppe Frangi, condirettore del settimanale Vita ma soprattutto grande appassionato d’arte).

Si chiama Pablo Echaurren, italiano e romano – malgrado il nome (è figlio di un grande artista cileno) – , pittore, scultore, illustratore, fumettista e tanto altro.

La mostra, a Roma, in via del Corso (Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla), si intitola Chromo sapiens. Una scelta assolutamente coerente con il carattere fondamentale di tutta l’opera di Echaurren, che potrebbe essere raccontata come una continua e irrefrenabile esplosione di colori, espressione di una intensa vitalità che pervade "elettrizzandola" ogni creazione.

Surrealismo, dadaismo e futurismo (ma anche gotico e barocco) sono le matrici culturali di questo autore capace di una semplicità di linguaggio, di una immediatezza espressiva e di un estro ludico (ironico) che rendono il suo simbolismo visionario “giocoso e insieme esplosivo”, (“si fa fatica a capire – scrive Frangi – se quelle che si presentano con i loro colori violenti sono immagini di una festa scatenata o avvisaglia di un apocalissi”).

Il surrealismo di Echaurren – ed è questa probabilmente la sua forza - si mantiene “profondamente fedele e leale verso la realtà che lo circonda”. E’ insieme concreto e visionario, ricco di simboli e zeppo di “oggetti” (si capisce che l’autore è stato ed è un collezionista). Nelle sue tele c’è la città di Roma (a cui è dedicata la prima sala della mostra) raccontata attraverso le sue cupole, i suoi obelischi, il colosseo (La grande cipolla); c’è la natura (insetti, animali, foglie, piante); c’è la musica rock e i suoi strumenti. “Una grammatica visiva – scrive ancora Frangi – che ha insieme qualcosa di profondamente arcaico (teschi, mostri mitologici) e di assolutamente contemporaneo”.

La consapevolezza della morte ci condanna alla vita, dice il titolo di una delle sue opere. Vita e morte danzano nelle opere di Pablo Echaurren quasi rincorrendosi. Ma la vita – nell’esplosione dei colori e delle forme - è sempre un passo avanti.



(In alto: Finché morte non ci unisca, immagine simbolo della mostra)




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