lunedì 5 luglio 2010

Nè amici, nè parenti


Nel giorno in cui la nostra povera Repubblica riceve l'ennesimo oltraggio con le doverose dimissioni - per insufficienza di deleghe - dell'imbarazzante ministro Roberto Brancher, mi piace segnalare questo bellissimo e - a guardarlo ora - commovente documento che pure fino a questa mattina non conoscevo. E che rappresenta, per esatto contrasto, cosa potrebbe e dovrebbe essere un uomo delle Istituzioni.

E' lo "straordinario manifesto" - cito dalla newsletter del deputato Pietro Ichino, cui debbo la segnalazione - che Pietro Del Giudice, domenicano e capopartigiano, affisse sulla porta del suo ufficio appena nominato dal Comitato di liberazione nazionale primo prefetto di Massa Carrara nel 1945. "Prefetto dei calcinacci" si definì, per porre in risalto in compito di ricostruire il Paese negli edifici e nelle coscienze. Un compito di cui personalmente averto oggi un'urgenza (quasi) disperata.

Questo il testo. Preceduto dall'intestazione a caratteri cubitali: IL PREFETTO COMUNICA.


Non faccio raccomandazioni di sorta.
Le raccomandazioni sono espressione della immoralità fascista.


L’occupazione dei singoli non mi compete.
Ho il dovere invece di procurare lavoro per tutti e ogni mia energia deve tendere a questo fine.


L’assistenza dei singoli non mi compete.
Ho il dovere invece di curare che vengano assistiti tutti i bisognosi attraverso gli Uffici competenti, che è mia intenzione e mio dovere potenziare al massimo. Gli Enti Comunali di assistenza e le varie Commissioni Provinciali debbono assolvere tale compito. Io ricevo unicamente coloro che desiderano collaborare ad una migliore organizzazione dell’Assistenza Sociale.


Gli organismi della Giustizia sono al di sopra di noi tutti. A nessuno è lecito, neanche al Prefetto, interferire nell’opera della Giustizia. Intendo difendere la libertà della Magistratura e degli organi di Polizia con ogni mezzo a disposizione.


Come Prefetto non ho nè amici nè parenti - ricevo con riconoscenza consigli e critiche fattive. Nessuno ha il diritto di farmi perdere del tempo.