martedì 5 maggio 2009

Dinamite contro il Crocifisso


Appunti di filosofia, e letteratura.

Qualche pomeriggio fa, sono riuscito a regalarmi il tempo per una bella conferenza filosofico-letteraria dedicata Friedrich Nietzsche, e all’attualità della sua sfida. "Dioniso Contro il Crocifisso" il titolo dell'incontro alla biblioteca della Camera dei deputati, in via del Seminario, a Roma, organizzato all'interno della Rassegna "Inediti in Biblioteca", diretta da Maria Luisa Spaziani, poetessa e critica letteraria torinese di 87 anni, storica sodale di Eugenio Montale.

Relatori della conferenza: Sossio Giametta, traduttore e commentatore in Italia dell’opera integrale dell’autore di Zarathustra, classe 1929, venuto apposta da Bruxelles, dove vive; Marco Guzzi, poeta e filosofo, oltre che amico.

Inizia Giametta. "Nietzsche non è stato ancora capito" dice, e cita Zucchero Fornaciari: "Nice, che dice? Boh?"

Diversi i motivi di questa incomprensione. Secondo un suo biografo: “Di Nice non si può venire a capo perché neanche lui ne è venuto a capo”. In realtà, sostiene Giametta, l’incomprensione sul pensatore tedesco deriva innanzitutto dai "tentativi di strumentalizzazione del suo pensiero, un’attualizzazione a-critica in chiave soprattutto nichilistica. Mentre Nietzsche si oppone al nichilismo con la sua grande e tragica visione dionisiaca…"

C'è poi un altro motivo di incomprensione, secondo Giametta. Nice è stato fatto a fette come un bue, chiaro che la sua opera risulta complessivamente incomprensibile. "Tante bistecche messe insieme non fanno un bue, soprattutto non fanno un bue vivo!"

Ma chi è allora veramente Friedrich Nietzsche? Un grande oppositore di tutte le ipocrisie (filosofiche, religiose, sociali, politiche). Di tutte le illusioni, gli oblii, le falsità, le ipocrisie degli uomini e dei sistemi di pensiero. Ha provocato un terremoto spaventoso di cui è rimasto vittima lui stesso. Questa è la chiave per capire tutto Nice. “Fenomeno epocale terrificante” diceva Thomas Mann. E lui stesso: “Io non sono un uomo, sono dinamite” (Ecce Homo)

Un moralista più che un filosofo, insomma, e un poeta. Ma senza un pensiero concettuale, sistematico. Anzi quando vuole sistematizzare le sue intuizioni, si contraddice, fa un cattivo sistema. Tanto cattivo che finisce per costituire "il cuore ideologico del nazi-fascismo": il valore della forza, il dominio dei forti sui deboli...Giametta ricorda che Hitler regalò a mussolini l’opera omnia di Nietzsche. E che i soldati tedeschi avevano nei loro zainetti la "Volontà di potenza".

E' la volta di Marco Guzzi, che invita da parte sua a prendere sul serio Friedrich Nietzsche e la sua proposta di umanità molto precisa: "Dioniso contro il Crocifisso". E' il Cristo, infatti, secondo Guzzi, il vero antagonista e protagonista dell'opera di Nice, che in Ecce Homo dice testualmente: “Io sono il lieto annunzio”. E così termina: “Sono stato compreso? Dioniso contro il Crocifisso

Per Guzzi, insomma, Nietzsche non è "solamente" un moralista. Nel senso che la sua non è solo una critica feroce di ogni ipocrisia moralistica, degli egoismi e delle menzogne che si nascondono sotto i “valori”. Più profondamente, Nice attacca la morale stessa come “menzogna dei perdenti” contro la vita, contro i forti. In lui, come in altri, c’è un fortissimo sentimento della crisi, della fine dei tempi. “Gli ultimi uomini” li chiama. E Rimbaud: “L’uomo ha finito, ha recitato tutte le parti”. Ma qual è la causa di questo tramonto? La “morale degli schiavi”, che l’umanità ha seguito e che ha avvelenato col senso di colpa la virtù dei forti. Ecco allora il terremoto come soluzione, la "dinamite" che deve distruggere e far saltare tutta la civiltà a partire dalla civiltà cristiana, dal cristianesimo, dal Cristo stesso. “Sono stato compreso? Dioniso contro il Crocifisso

Perché questa contrapposizione? - si domanda Guzzi - perchè questo bivio? Se lo guardiamo dal punto di vista umano, personale, Nice era esattamente il contrario del tipo di uomo che propone. Aveva persino la fama di "santo" per la sua condotta di vita discreta e morigerata. Egli si identifica nell’uomo dionisiaco per un processo di inflazione egoista, direbbe Jung. Nice sente la crisi e sente l’avvento di una nuova umanità, ma rifiuta l’archetipo umano del crocifisso per quello dionisiaco, per il superuomo, tanto caro ai totalitarismo del Novecento.

Eppure - conclude Guzzi - c’era un punto in cui nietzsche avrebbe potuto dare più ascolto alla propria natura poetica, invece di incattivirsi nell distruzione di tutto ciò che non soddisfaceva la sua esigenza radicale di rinnovamento…

Ma questo punto, suggestivo, merita un post a parte...


(La foto è presa dalla pagina dedicata a Nietzsche su Wikipedia)






4 commenti:

Unknown ha detto...

allora possiamo dire che sono un "niciano", solo un po' più cattolico?

:)

Alessandro Iapino ha detto...

possiamo certamente dirlo

Anonimo ha detto...

Grazie della bella sintesi.
Mi ha fatto piacere leggerla
ciao
matteo

Alessandro Iapino ha detto...

Grazie a te, Matteo. Mi piace pensare che sia stato un esercizio utile. A presto