sabato 26 luglio 2008

La voce di ingrid


Leggi questa lettera. Leggila bene. La voce che ti parla ti terrà sveglio la notte.

Inizia così la prefazione di Elie Wiesel al piccolo grande libro "Lettera dall'inferno a mia madre e ai miei figli" di Ingrid Betancourt, prigioniera 8 anni nella giugla colombiana in mano ai guerriglieri delle Farc e scritta il 24 ottobre 2007, circa 8 mesi prima della sua inaspettata liberazione.

Ho scelto questa citazione perchè il tema della voce è davvero tra i più forti e ricorrenti di questa lettera, arrivata ai familiari di Ingrid dopo 4 anni di assoluto silenzio, prima vera notizia e prova della sua esistenza in vita. Una voce, dunque, questa di Ingrid, che concretamente portava e porta con sè la vita.

Così nelle parole dei figli, che rispondono per iscritto alla madre:

la tua immensa lettera ci è arrivata dopo così tanti giorni di separazione, di silenzio, d'attesa, di speranza. È arrivata da molto lontano, oltre lo spazio, oltre il tempo...Leggendo la tua lettera, ho ritrovato la tua voce...non posso più sfuggire alle tue parole, ovunque io vada sono lì...

E ad ascoltarle, queste parole di Ingrid, questa sua voce, si rimane colpiti - contenuti a parte - dalla forza della sua semplicità e immediatezza, capace di incidere come un coltello su una corteccia: ...ho cercato di conservare la speranza così come si tiene la testa sopra il pelo dell'acqua...quel dolore (la morte del padre, dopo un mese dalla cattura della figlia) ritorna e si avventa su di me come un cane infedele...è meglio non desiderare nulla, per restare almeno libera dai desideri...mi hanno preso tutto, ogni giorno mi resta un po' meno di me...ricordare vuol dire vivere e morire di nuovo...

Parole che hanno dovuto vincere il silenzio e l'oblio, che ci sommergevano più della giungla. Parole d' amore, di speranza, di sofferenza, di dolore, di intelligenza, di vita, trattenute per 4 anni ma destinate a riempire soli pochi fogli concessi dai rapitori.

Dire tutto l'amore di una vita in poche righe. E riempire quelle righe di benedizioni per i figli e ringraziamenti a Dio, ma anche consigli pratici per la scelta della scuola e l'affitto della casa.
La vita, maiuscola e minuscola, è il suono, la vibrazione, l'eco, il respiro della voce di Ingrid.

Lo dice in fondo lei stessa, riferendosi in realtà alle parole che ogni giorno la madre anziana pronunciava alla radio dei prigionieri, unico contatto con l'esterno concesso dai guerriglieri:

La tua voce è il cordone ombelicale che mi lega alla vita.




1 commento:

Alessandro Iapino ha detto...

Scusate, ho scritto "8 anni" di prigionia. In realtà, sono stati 6. Lunghissimi e terribili.