"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
sabato 25 dicembre 2010
Natale - Pare ci sia in giro Dio
Luce
Pare ci sia in giro Dio, stamane
entra senza chiedere permesso
né bussare in ciò che resta
del mio monolocale, e chi
se lo aspettava, mi dico,
proprio adesso…
È una luce troppo chiara e amara
irreale limpida e sfuggita
tra nubi come macchie
sul cielo che è uno straccio
allo stremo teso sulle case
È a suo agio, comincia a camminare
a luminosi passi silenziosi
sopra il pavimento a scivolare
tra scarpe, libri, fogli, fotocopie, un mucchio
sparso di CD per terra e poi si siede
sulla sedia e mi vergogno
degli abiti che fanno una catasta colorata
cresciuta a dismisura in questi giorni
Troppo in fretta, caro Dio, è arrivato
il fine settimana, perché non hai avvertito
non mi hai dato tempo per tornare
alla civiltà (se esiste), e liberare
il lavabo dei piatti da lavare
rintracciarti una tazzina e strofinare
per offrirti un bel caffè tra i fiori
freschi e non questi cadaveri
di plastica col capo reclinato
sopra libri ancora, e sigarette,
monetine, gadget, dizionari,
cartelline, lettere d’offese
di stima, e di bugie, poesie
un rimborso FS di due euro da riavere
il certificato elettorale
la lista delle cose da non fare
(fumare, cercarlo, mangiar male)
che appena lasciano filtrare
il marmo (di plastica) del tavolo
Grazie, Dio, per essere venuto
dove ormai non entra (per fortuna)
più nessuno, tendimi una mano,
che mi alzi e in tutta fretta vinca
questa mia stanchezza invalidante
la mestizia soffocante che mi toglie
il fiato per tornare ad essere all’incirca
quella che sembravo prima d’incontrarlo
Mi dici di salvare le mie piante (si sporgono
ti cercano), che io lascio seccare
guardandole morire per potere
uccidere qualcuno anch’io, a mia volta.
Dio, accomodati pure, non ti formalizzare
non mi rimproverare se mi lascio
un poco andare e mi circondo
del disordine in cui hanno messo
il mondo, lo so che hai altro da fare
ma liberaci, se ti capita, dal male
fatto da quelli che usano il tuo nome
e non sanno cos’è la compassione
delle umiliazioni che c’inducono a ingoiare
i pavidi, i pazzi, i polli, i potentelli
gli pseudocredenti e tutti quelli
che non trovano altro modo
per potersi realizzare
Ma piano, mio Dio, così mi accechi
ma non ero preparata a tutta questa vita
a una primavera arrivata nonostante
e al tremito di luce sulle mani stanche.
E' lunga, ma merita assolutamente la lettura questa poesia di Chiara De Luca, l'ultima che ho estratto dal libro di Spadaro. Si intitola Luce (da La coda della galassia). Il Natale, l'avvento di Dio, significa che lui è in giro da qualche parte. Significa che è entrato senza chiedere permesso, senza bussare, al di là di ogni attesa prevedibile: e non ero preparata a tutta questa vita...
(Foto da Flickr/creativecommons/diomedent)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
l'ho letta... con attenzione (ossia, senza fretta)... è molto bella.
mi fa piacere, ho visto che è piaciuta molto questa poesia
Posta un commento