Siamo ora costretti al concretoa una crosta di terraa una sosta d'insettonel divampante segreto del papaveroLa poesia si intitola
Costrizione, di
Bartolo Cattafi, poeta italiano morto nel 1979. Ne sono debitore, come per
la precedente, ad
Antonio Spadaro ed al suo bellissimo saggio
Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea, da cui tornerò a prendere altre splendide citazioni in versi.
Per Spadaro il
discernimento letterario può essere un
discernimento spirituale, evangelico, perchè "rende testimonianza alla creatività dello spirito che è all'opera ovunque". Di più, i cristiani avrebbero bisogno - tanto più oggi, aggiungo io - di un vero e proprio "
battesimo dell'immaginazione", perchè "la conversione, per essere profonda, deve toccare non solo i gesti e i pensieri ma anche l'immaginazione", altrimenti la fede "rischia di divenire rachitica, flebile" (oppure ideologica, appena appena riprende fiato e si galvanizza). Per immaginazione dobbiamo intendere il fare creativo,
lo sguardo di stupore sul mondo capace di farsi racconto, espressione, anche solo "tentata decifrazione del mondo", come nel caso della poesia di Cattafi.
Nei suoi versi scarni quanto densi, il poeta sembra definire la condizione umana come
costrizione al concreto. La
crosta di terra è lo spazio obbligatorio della sua esistenza (e anche i suoni
or... strett... cret... crost... err... raccontano questa condizione). C'è poi la dimensione del tempo: l'uomo è costretto alla terra per la durata di una
sosta d'insetto, che è ancora meno - più infimo e stordito - dello svolazzare di una farfalla o di un uccello.
Tuttavia - e qui è la potenza dell'immaginazione o la "
fede poetica", per usare un espressione di un altro poeta Samuel Taylor
Coleridge - la crosta della terra e la sosta d'insetto sono circoscritti in un mistero in cui la parola del poeta - cito sempre da Spadaro - affonda sonoramente la lama: il
divampante segreto del papavero. Il verso è un'esplosione perchè contiene al suo interno i suoni
pam... pa..pa.. Lo sguardo del poeta apre un varco, squarcia il velo superficiale e disperante dell'esistenza, affidando l'enigma del mondo al
noncurante divampare del papavero: rosso, aperto, solare.
Come ci suggerisce ottimanente questa foto di
Alessandro Pinna, mio amico
fotografo apparentemente dilettante, la cui "immaginazione" - lui forse non lo sa - il battesimo lo ha ricevuto e per questo, noncurante, agli altri ne fa dono.