martedì 15 luglio 2008

Il valore supremo della vita


"Ho settantun'anni. Ho costruito la mia prima casa quando avevo diciasette anni e mezzo, e ho continuato a lavorare per più di cinquant'anni, tra avventure, difficoltà, catastrofi, e di quando in quando il successo".

Così inizia, quasi epicamente, l'ultimo capitolo - "le confessioni" - dell'autobiografia di Le Corbusier, architetto, urbanista, pittore, "uomo visivo", secondo la definizione che egli stesso dà di sé, "un uomo che lavora con gli occhi e con le mani". Artista tra i più grandi del '900, alla riedizione di questa sua biografia ("La mia Opera", Bollati Boringhieri, Torino) dedica un lungo articolo l'inserto domenicale del Sole 24 Ore (13 luglio).

"La mia ricerca - prosegue il testo - come i miei sentimenti, è diretta verso ciò che è il valore supremo della vita: la poesia. La poesia è nel cuore dell'uomo ed è per ciò che egli riesce ad attingere alle ricchezze della natura".



(Nella foto, tratta dal sito della Fondazione Le Corbusier, la celebre Chapelle de Ronchamp)


1 commento:

Anonimo ha detto...

Le Corbusier, Uomo visivo...se vedesse le nostre città,colorate ed arredate da tanti bei cassonetti variopinti....lui, grande artista e poeta dell'urbanistica,morirebbe una seconda volta.Sarebbe bello saper scrivere una favola intitolata "Le città colorate"ma... chissà...