domenica 30 dicembre 2007

Arreso all'Amore


L'Osservatore Romano è diventato per me un giornale da aprire con curiosità, nelle sue pagine culturali e non solo, dopo il recente cambio di direzione. Nell'edizione di giovedì-venerdì 27-28 dicembre, particolarmente ricca, spiccava il lunghissimo articolo dedicato a Giuseppe Dossetti e alla pubblicazione delle sue "Omelie del tempo di Natale". Numerosi i passaggi degni di nota nel pezzo firmato da Emanuela Ghini (monaca carmelitana) e suggestivamente intitolato: "Uno spirito arreso all'amore".

Si parte dalla bellissima descrizione della parola di Dossetti calda, spoglia e viva, che diviene trasparenza dell'unica Parola che salva. Chi parla non si ascolta - dice la Ghini - ma diviene eco della Parola, guadagnando in energia, potenza e consolazione capaci di reggere la vita. Il prezzo è l'annullamento di espressioni umane, anche le più sapienti, precisa l'autrice, e l'ascolto. Che a loro volta richiedono un cuore purificato, la morte dei 'pensieri', come li chiamano i Padri del deserto, la preghiera, tuffo nello spirito di Cristo, il grande orante... "Se preghi, sei teologo" diceva Evagrio Pontico nel IV secolo, e ciò trova riscontro in queste pagine di Dossetti, nella sua risposta - e qui gli aggettivi scelti dall'autrice sono bellissimi - balbettante e sopraffatta alla Parola di Dio. Qui - aggiunge la Ghini - in questa risposta, si gioca la credibilità del cristiano.

Anche sulla fede si dicono parole importanti e non banali (almeno per me). Essa è dono - e questo è risaputo (ma mai capito veramente) - ed è "percezione del mistero". Questo lo trovo fondamentale, perchè ciò che spesso manca agli uomini di oggi, anche a moltissimi cristiani, è proprio la percezione del mistero del vivere. In questo senso la poesia è una straordinaria maestra (memorabili le pagine di Ungaretti sul mistero). E poi ancora, la fede è "la radice delle facoltà nuove dell'uomo nuovo in Cristo", secondo l'espressione dello stesso Dossetti, che ribadisce la necessità della morte dell'uomo vecchio. Infine, sulla fede nuda, essenziale, cui oggi siamo chiamati, le meravigliose parole di Giovanni della Croce: "Il Padre pronunciò una parole, che fu suo Figlio e sempre la ripete in un eterno silenzio, perciò in silenzio deve essere ascoltata". Saremo mai capaci - sarò mai capace - di questo silenzio?

Sul Battesimo come vita nuova in Cristo, lavacro che ci rigenera, è folgorante la radicalità di questa espressione dossettiana: "Al di fuori di Cristo le cose non esistono e noi non esistiamo".

Sulla povertà e la gioia: la luce del cuore - viene detto - va cercata nele piccole cose, nel combattimento spirituale contro la prepotenza dell'io. Confidando che Dio "ci lascia nella lotta, ma mai nella disperazione".

Infine sull'uomo Dossetti ci viene raccontata, tra le sue qualità, quella di "cogliere la persona - dono di pochi - nel suo cuore profondo". Dono di pochi, in effetti, perchè dono miracoloso, e miracolante.


(Foto da Flickr, Tjeerd)

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