Il dolore è lo strappo attraverso il quale fa breccia il completamente Altro [...]. Lo strappo attraverso il quale il Silenzio, l'Indisponibile irrompe nel pensare.
"La società senza dolore. Perché abbiamo bandito la sofferenza dalle nostre vite", di Byung-Chul Han (Einaudi), è un libro scandaloso, perché scandaloso è parlare di dolore - soprattutto in questi termini - nella società anestetizzata della sopravvivenza confortevole. Un libro denso eppure di una chiarezza cristallina, quasi tagliente, che dice in poche pagine infinite cose, tutte istintivamente inaccettabili.
Il dolore è la morte nel piccolo; la morte è il dolore nel grande. Dolore e morte e amore si "coappartengono".
La morte significa che l'essere umano è in relazione con l'Indisponibile, col completamente Altro che non proviene da lui.
Il dolore rende l'essere umano ricettivo nei confronti dell'Indisponibile che gli offre soggiorno e appiglio.
Il dolore apre un'altra visibilità. È un organo percettivo (che oggi abbiamo smarrito).
Il dolore è un "concepimento" dell'Essere, della Verità, e in questo senso - scandalosamente - può essere considerato un "dono".
Nessun commento:
Posta un commento