sabato 15 novembre 2014

La vita è più grande


E poi ci sono i libri che arrivano all'improvviso, come un regalo inaspettato, come un goal in contropiede nei minuti di recupero.

Libri che ti costringono a scrivere che sei felice di averli trovati e di dirlo ai tuoi amici, a quelli che immediatamente possono capire.

Libri che ti fanno riaprire le pagine digitali di un blog che da tempo, per il troppo lavoro, ho trascurato, se non abbandonato.

Libri che hanno un titolo come questo: "La vita è più grande", che da solo basta a giustificarli, perché detto da un autore, e maestro, Giovanni Casoli, che più lontano non è possibile immaginare da ogni forma di sentimentalismo o emozionalismo romantico.

Libri che si aprono con una citazione di quelle definitive, di quelle che dopo averle lette e comprese resta ben poco altro da leggere e da capire, forse, nella vita. La citazione di un gigante della letteratura, F. M. Dostoevskij, di cui hai letto tante pagine ma non queste righe, queste parole:

"La vita è dappertutto, la vita è in noi stessi e non fuori di noi. Accanto a me ci saranno sempre degli esseri umani, ed essere umano tra gli uomini e restarlo sempre, in nessuna sventura svilirsi o perdersi d'animo: ecco in che consiste la vita, ecco il suo compito".

Ci sono libri, come questo, con una sola pagina di Premessa ma che ne vale cento, che spiega il titolo e ne squaderna il senso, che dopo non vorresti leggere altro, vorresti abbandonarlo il libro, per timore infantile di restarne deluso, perché a quest'altezza, a questa profondità, a questa verità, non si può resistere a lungo, come imparò a sua spese Pietro scendendo dal Monte Tabor.

"Primum vivere, deinde philosophari". Prima vivere, poi filosofare. La premessa della Premessa è un'altra citazione, stavolta apparentemente facile, di quelle che hanno il sapore consolatorio degli anni del Liceo. Eppure così per te non ha mai risuonato. Prima vivere, poi filosofare: a scuola e nel sentire comune suonava come ingiustamente liquidatoria di un certo approccio intellettuale alla vita, sentito come falso, inutile o forse solo troppo "faticoso" per uno studente adolescente e pigro. Messa come incipit a questo libro, da uno scrittore-professore che non ha mai insegnato letteratura senza parlare di filosofia, questa massima latina sembra ridetta per la prima volta, a consuntivo di una vita. Quella dell'autore, ma anche un po' la tua, che della "cultura" hai fatto la tua forza (nel tuo piccolo) ma anche il tuo scudo, la barriera difensiva (my wife knows what I mean).

Noi non viviamo solo in una crisi, viviamo nella crisi di una crisi, in cui durezza e cedimento si equivalgono. Così scrive Casoli, che è sempre stato lucido e spietato nella sua analisi dei tempi, dei costumi, delle mode e delle ideologie, indulgendo a volte ad una sua inclinazione leopardiana che noi suoi allievi ben comprendevamo. Eppure oggi aggiunge, in questa pagina, che la vita è più grande di ogni mistificazione. E a me suona come annuncio di speranza quasi inaspettato, che pure nulla sconta all'idiozia, alla durezza, all'ambiguità dei tempi che viviamo.

La vita smaschera, la vita eccede, la vita è più grande; offre sempre, e pur mutevolmente, una condizione di se stessa che supera ogni idea.

Ancora una citazione, l'ultima, dal patrimonio sterminato delle sue letture. Stavolta Cechov:

"La vita è terribile e meravigliosa (...), tutto era così meraviglioso che il fantastico di una favola impallidiva, si confondeva con la vita".






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