"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
lunedì 7 luglio 2014
Alla deriva
Sul ponte di coperta c'è un odore nauseabondo. I migranti non si sono potuti lavare per giorni. L'odore di sudore si mescola con quello dei gabinetti chimici e dell'urina. Quando ci si trova ammassati su una barca, senza potersi muovere, si è costretti a farsela addosso. Un uomo dell'equipaggio racconta che di notte i profughi sui barconi non si vedono, ma se ne percepisce l'odore.
Sulla rivista Internazionale il servizio della giornalista olandese Pauline Valkenet, a bordo della San Giorgio, una delle navi della marina che soccorrono i barconi carichi di migranti e profughi.
Tra loro sempre tanti bambini. Ogni volta che salgono a bordo, il medico della marina, una dottoressa, si mette nei panni dei genitori: quanto bisogna essere disperati per rischiare la fragile vita di un figlio in un viaggio pericoloso come questo?
Già. Quanto bisogna essere disperati?
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