venerdì 26 febbraio 2010

Fammi uguale


Fammi uguale, Signore, a quelle foglie / moribonde che vedo oggi nel sole / tremar dell’olmo sul più alto ramo. / (…) Fa ch’io mi stacchi del più alto ramo / di mia vita, / cioè, senza lamento / penetrata di te come del sole”.

Sono versi splendidi di Ada Negri dalla sua ultima raccolta, Fons Vitae, pubblicata l'anno dopo la sua morte, avvenuta nel 1945. Un bel ritratto della poetessa lo ha scritto per l'Osservatore romano a inizio anno Cristiana Dobner, riprodotto dal blog letterario Flannery.

I veri scrittori e poeti - amava affermare Ada Negri - non appartengono a gruppi e chiesuole”.


(Foto da Flickr/creativecommons/Dan Zen)




1 commento:

Anonimo ha detto...

Haiku
Gioca la foglia
Il vento la trasporta
E' senza meta.

Quando la tristezza mi prende, non vedo più nemmeno le foglie irradiate dal sole.Non penso a niente,il mio animo è come una foglia al vento, vaga senza meta.