"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
sabato 11 aprile 2009
Per chi sa guardare
«Che qualcosa esista e non il nulla, che qualcuno esista e che non sia soltanto un pezzo di materia ma un volto, non è già un miracolo? Per chi sa guardare, tutto è miracolo, tutto è immerso nel mistero, nell'infinito. La più insignifcante delle cose è un miracolo. E ancor di più lo è ogni incontro».
Recupero queste meravigliose parole di Olivier Clement da un articolo che avevo conservato, uscito sull'Osservatore Romano nei giorni successivi la morte del grande teologo ortodosso (Credo dunque sono libero, di Adriano Dell'Asta, 18 gennaio 2009).
Il miracolo è il volto dell'uomo, che non scompare "come un volto di sabbia sull'orlo del mare" (Michel Foucault), e non si deforma come i ritratti di Francis Bacon, perchè non è un mero "pezzo di materia", ma il riflesso del volto di Dio.
«Il fatto che l'uomo sia formato a immagine di Dio significa dunque che è formato a immagine di Cristo ed è soltanto in Cristo che l'uomo trova la propria verità. (...) È nel Risuscitato che l'uomo scopre il senso della terra, lo scopo della creazione. Il volto del Cristo è inseparabilmente il volto di Dio nell'uomo e il volto dell'uomo in Dio, il solo volto che non si chiude mai perché la sua trasparenza è infinita, il solo sguardo che non pietrifica mai, ma che libera. Volto dei volti, chiave di tutti i volti».
(Nella foto, l'icona del Cristo Salvatore, di Andrej Rublev)
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