lunedì 2 marzo 2009

Quanto soffro!


Come tutti i buoni, o presunti tali, tendo da sempre a fare la vittima. Forse è per questo che non poteva non attirarmi un libro con questo titolo: "Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice" (Mondadori, 2008).

L'autore - Giulio Cesare Giacobbe - è uno psicologo e psicoterapeuta con la mania dei manuali, tutti finora baciati dal successo per via dei contenuti molto aderenti alla vita delle persone, dello stile volutamente "facile" e ironico, e di una titolazione senza dubbio ardita e folgorante: "Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita" (Ponte alle Grazie, 2003); "Alla ricerca delle coccole perdute" (2004); "Come diventare un buddha in cinque settimane" (2005); "Come diventare bella, ricca e stronza" (Mondadore, 2006); Come fare un matrimonio felice che dura tutta la vita" (2007).

La tesi centrale di questo libro è la seguente: "Non si è vittima, si fa la vittima". Cioè "quello di vittima è un ruolo momentaneo, è la condizione che noi assumioamo in un singolo evento". Per cui "si può smettere di fare la vittima in qualsiasi momento", a patto che lo si voglia. E "in qualunque momento si può passare dalla condizione di vittima a quella di carnefice e viceversa".

Il fatto è che la vittima crede normalmente di essere "nata" tale, che la sua sia una condizione permanente e definitiva, assegnatale dal destino. In questo senso, "la vittima psicologica - dice Giacobbe - è sempre una vittima nevrotica". Soffre della nevrosi della vittima. E' vittima - e carnefice - di se stessa. "Se tu soffri per quello che fanno gli altri della loro vita, la colpa non è degli altri, ma tua, che ti crei aspettative fuori dalla realtà, cioè nevrotiche". Mentre "la mia sofferenza è sempre un mio problema".

Ma c'è qualcosa di peggio, del fare la vittima. E' fare la "vittimacarnefice". Basta creare negli altri un senso di colpo facendo la vittima. Se uno si sente in colpa automaticamente passa per carnefice anche davanti a se stesso. E così, facendogli credere di essere un carneficie - mi hai fatto tanto soffrire! - ho creato una vittima. "Chiunque ti induce un senso di colpa - avverte l'autore - lo fa soltanto per dominarti"...

Lo fa per amore, in verità. Per un vuoto di amore che cerca di colmare richiamando l'attenzione degli altri, "costringendo" gli altri all'attenzione nei suoi confronti. Il bambino non ha stima di se stesso: "i vittimisti sono tutti dei bambini". "Ma l'amore e la stima di se stessi e degli alri si guadagnano in un solo modo. Crescendo. Diventando adulti".

"L'amore e la stima di te stesso sono la chiave che apre la porta della cella nella quale sei rinchiuso".


2 commenti:

DParlavecchio ha detto...

L'ho letto anche io. Mi ha divertito anzi un alcuni punti ho riso come un metto sul treno ...

Il motivo per cui la moglie viene lasciata è esilerante .. così terra terra che lascia di stucco :-)

Leggnedolo non pui fare a meno di fermarti e di dare un volto, un nome (anche il tuo ...) alla situazione che stavi leggendo e ridere .. a volte anche tragicamente.

Alla fine ho capito che ho fattobene a cancellare dalla mia rubrica alcuni nomi, altri ci sto pensando e altri invece sono contento ....

Scherzo (!?) non è un libro del quale non puoi fare a meno ma se negli ultimi periodi ti senti solo (o sei prorpio solo) forse è il caso che lo leggiate :-)

Con affetto
Domenico

DParlavecchio ha detto...

Scusatemi ma mi accorgo di aver scritto come un cane .. :-)