martedì 17 giugno 2008

Me ne frego


"Non siamo più italiani fregandocene degli altri, lo siamo di meno".

Prima pagina di Avvenire di oggi. Giorgio Paolucci commenta così l'ennesima tragedia di immigrati clandestini annegati in mare per arrivare in Italia e accusa: "C'è in giro un'apatia, un'indifferenza (se tale è) che ci atterriscono". E il titolo dell'editoriale suggerisce un parallelo: "Se questa sorte fosse toccata ai nostri emigranti".

E' bello leggere sul giornale dei Vescovi (almeno ogni tanto, direbbero i cattivi) parole così nette su questo argomento, alludendo polemicamente ad un'idea di identità nazionale (magari pure "cattolica") che tranquillamente o persino orgogliosamente "se ne frega". Quei poveri morti, prima di essere clandestini (e ora come facciamo ad arrestarli...) sono - dice Giorgio Paolucci - "tutti nostri fratelli nella comune umanità. Ad essi ci unisce molto più di quanto sembra dividerci".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mi viene quasi quasi da dire ... e allora?

Bisogna pur riempire una pagina .. dopo che l'ho fatto .. allora?

ticchettòcche, allora?

allora il pensiero diventa azione o no? ... verba volant ...

paese di poeti e scrittori .... pensa siamo il 3 paese per numero di blog (dopo Giappone che è il primo e USA).. e allora?

Ciao Domenico

Alessandro Iapino ha detto...

cacchio domenico, mi becchi impreparato...e allora? non so rispondere...sono anch'io solo un poeta navigatore?

Unknown ha detto...

non so perchè, ma mi viene in mente che nel pezzo di Valli sul viaggio del Papa in Puglia, pare che BXVI abbia definito la Chiesa universale come "comunione delle diversità"...