martedì 13 novembre 2007

Il giocatore invisibile - 3

Ancora su Pontiggia, dal "Giocatore invisibile", un esempio della sua ironia capace insieme di divertire e svelare le contraddizioni e le miserie degli uomini.

Uno dei protagonisti del romanzo, Daverio, innamorato di una donna sposata, la moglie del professore, entra in Chiesa:

«Fa’ che lei mi ricambi, Signore» pregò avanzando. «Lo so che sto chiedendo una cosa assurda, ma tu aiutami, Signore, ti prego». Era arrivato a metà della navata e cercava con gli occhi l’acquasantiera. «Non dovrei chiederlo proprio a te». L’acquasantiera era alla sua destra, accanto a un pilastro. Immerse le dita nell’acqua e si fece il segno della croce. Poi riprese ad avanzare verso l’altare, mentre le gocce gli scivolavano sulla fronte. «Io sento che tu mi aiuterai mormorò». Si era inginocchiato su una panca. «Espierò il peccato, Signore, pagherò il mio debito» continuò con gli occhi a terra. «Sarò più buono» (p. 52)

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