venerdì 20 febbraio 2009

A che serve il cuore?


Copio e incollo questo post dal blog di un caro amico, che racconta di suo figlio Alessandro, 4 anni.

...

Mio figlio che vuole un po’ di coccole appoggia la testa sul mio petto e sente: tum tum tum.

Mi guarda con una faccia perplessa: ?

Così gli spiego che nel petto c’è il cuore, ce l’ha anche lui e glielo faccio sentire con la manina.


Se ne convince. Così gli chiedo: e lo sai a che serve?

Lui, serafico, puntando il suo dito al cielo, mi risponde:
Serve per quando andiamo lassù!


Lo guardo ... poi dico: É vero. Hai ragione

(Foto da Flickr/woodvines)





martedì 17 febbraio 2009

Cattivo


"L'uomo è cattivo, la sua struttura è distorta. Rende cattivi tutti coloro che gli capitano a tiro, gli dei pagani, il Dio biblico, i Vangeli, i Lumi. Una volta divenuto ateo, ..., l'uomo perpetrerà i suoi crimini per ateismo. Ha veramente bisogno di un Salvatore"

Prima pagina dell'Osservatore Romano di sabato 14 febbraio. Alain Besançon chiude così il suo pezzo su "Monoteismo e violenza", a commento del libro La violence monothéiste di Jean Soler.

Lo so che non sta bene a dirsi, ma leggendolo mi è venuto in mente il PD...


(Foto da Flickr/span)




lunedì 16 febbraio 2009

Miracles


Perché? Chi fa tanto caso a un miracolo?
Quanto a me, io non conosco altro che miracoli:
Che io passeggi per le vie di Manhattan,
o che spinga il mio sguardo al di sopra dei tetti, verso il cielo,
o che guazzi a piedi nudi lungo la sponda, proprio sul bordo

dell’acqua,
o che stia sotto gli alberi nei boschi,
o che parli, durante il giorno, con chi amo o che dorma di notte con
chi amo,
o che sieda a tavola a pranzare con altri,
o che guardi estranei che viaggiano sedendo in fronte a me,
o che guardi le api, affaccendate attorno all’arnia, in un pomeriggio
estivo,
o gli animali che brucano per i campi,
o gli uccelli, o il meraviglioso gioco degli insetti per aria,
o il meraviglioso spettacolo del tramonto, o degli astri splendenti
silenziosi e lucenti,
o la squisita delicata curva della luna nuova in primavera;
Queste cose con altre, ciascuna e tutte, sono miracoli per me,
E, pur riferendosi al tutto, ciascuna sia distinta, e al proprio posto.
Per me ogni ora di luce e di tenebra è un miracolo,
ogni pollice cubico di spazio è un miracolo,
ogni miglio quadrato della terra è seminato di miracoli,
ogni piede dell’interno della terra è affollato di miracoli.

Walt Whitman, Miracles, da "Canto una vita immensa", Ancora 2009, traduzione e introduzione di Antonio Spadaro.

Le chiacchiere di Dio


(Postato dalla mamma)

Stamattina nel nostro lettone, Elisa - appena sveglia, ha la stessa parlantina che se stesse
a una riunione di condominio o a ciagolare insieme ad altre donnette al mercato (ne ha un pò per tutti) - mi dice: "meno male che non siamo
andati a messa ieri, sempre questa messa, le chiacchiere di Dio. Si insomma...
(quasi a ribadire il concetto) ... la messa è le chiacchiere di Dio".

Lei che non rinuncia ad una chiacchiera nemmeno se ha una bolla sulla
lingua o un piccolo taglietto sul labbro...e soprattutto, a qualunque ora del
giorno e della notte, chissà come se lo immagina questo Dio che chiacchiera:
forse un competitor che tutte le domeniche...le ruba la scena :)

Verso dove



Quali ponti lanciati e verso dove

sono le nostre esistenze...


Mario Luzi, Est



(Foto da Flickr/thelastminute)

venerdì 13 febbraio 2009

Non avevo previsto questa possibilità


Il 3 febbraio scorso ricorrevano i 100 anni dalla nascita di Simone Weil, filosofa nata a parigi da genitori ebrei e morta a 34 anni, nel 1943, in esilio, "con l'anima consumata dalle tragedie della storia".

La Repubblica la ricorda con 2 intere pagini culturali e 3 articoli, firmati Simona Forti, Franco Volpi e Vito Mancuso. I titoli dei pezzi non sono un granchè. Ma i testi sono ricchi di aneddoti e citazioni di quella che giustamente Mancuso definisce "uno dei più importanti pensatori del Novecento".

Si parte dell'esperienza mistica del 1938, che Simone Weil, la "ragazza che tiene testa a Trockij", "così antireligiosa al punto da rompere la rompere l'amicizia con una compagna divenuta cattolica", descrive così: «Cristo è disceso e mi ha presa».

«Nei miei ragionamenti sull'insolubilità del problema di Dio non avevo previsto questa possibilità di un contatto reale, da persona a persona, quaggiù, fra un essere umano e Dio....ho soltanto sentito, attraverso la sofferenza, la presenza di un amore analogo a quello che si legge nel sorriso di un viso amato».

Si trattò di una conversione particolare, spiega Mancuso, perchè Simone Weil scelse di non chiedere il battesimo e di non entrare nella Chiesa: «La mia vocazione è di essere cristiana fuori della Chiesa». Perchè - bellissimo - «la Chiesa non è cattolica (cioè universale) di fatto, come lo è di nome».

Non si allarmi per queste frasi chi si considera "dentro" e non si esalti chi pensa di stare "fuori". Simone Weil, nei limiti e nelle contraddizioni della comune condizione umana, scavalca e oltrepassa per intuizione, fede, intelligenza ed amore qualsiasi "recinto".

Come dimostrano ancora queste due citazioni:

«Credo in Dio, nella Trinità, nell' Incarnazione, nella Redenzione, nell' Eucaristia, negli insegnamenti del Vangelo». E insieme però: «Non riconosco alla Chiesa nessun diritto di limitare le operazioni dell' intelligenza o le illuminazioni dell' amore nell' ambito del pensiero».

O ancora:

«Ogniqualvolta un uomo ha invocato con cuore puro Osiride, Dioniso, Krshna, Buddha, il Tao, ecc., il figlio di Dio ha risposto inviandogli lo Spirito Santo. E lo Spirito ha agito sulla sua anima, non inducendolo ad abbandonare la sua tradizione religiosa, ma dandogli luce - e nel migliore di casi la pienezza della luce - all' interno di tale tradizione».

lunedì 9 febbraio 2009

Il corpo è mio



"Sono io il proprietario del mio corpo!"

E' l'urlo di protesta di Giosuè contro gli agguati della sorella, che lo rincorre per mettergli le mani (ghiacciate) addosso.

Sono di fronte a un hippy di 6 anni o il clima mediatico di queste ore s'è fatto troppo invasivo?



(foto da flickr/bitzi)



venerdì 6 febbraio 2009

Ci vorrebbe una carezza



"Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza".

La vita è strana, curiosa, misteriosa. Mai casuale, però. Sono settimane che sto lavorando ad un appuntamento dedicato al Volto di Gesù, che proprio in questi giorni si sta svolgendo coinvolgendomi intensamente.

Qual è il fascino oggi della figura di Gesù? Qual è il suo volto? Dove e come è possibile riconoscerlo o incontrarlo? Chi è per te (per me) Gesù di Nazareth? Sono queste le domande ricorrenti per me in questi giorni e in queste ore. Ho cercato e trovato tante frasi "su Gesù" pronunciate da autori, scrittori, registi, comici e giornalisti. Ho raccolto le risposte di tanta gente "comune".

Tutto questo mentre fuori imperversa la tempesta del "caso Eluana", di cui leggo poco e niente, perche vedo i ragionamenti di tutti frantumarsi come onde sugli scogli, e di cui non so parlare, che le parole non sarebbero all'altezza del cuore.

E allora ascolto il cuore degli altri, e imparo. Ascolto il cuore di mia moglie, che parla dalla cattedra del capezzale di suo padre, e vorrei inginocchiarmi.

Infine ascolto, per "caso", queste parole dell' "ateo Jannacci" e decido di scrivere questo post, e forse molti altri, raccogliendo le parole che trovo su Gesù, che ne disegnino il volto in modo riconoscibile. Almeno per me.

Ecco allora Jannacci: "In questi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l'idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza".