"Esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro" (Benedetto XVI)
venerdì 13 febbraio 2009
Non avevo previsto questa possibilità
Il 3 febbraio scorso ricorrevano i 100 anni dalla nascita di Simone Weil, filosofa nata a parigi da genitori ebrei e morta a 34 anni, nel 1943, in esilio, "con l'anima consumata dalle tragedie della storia".
La Repubblica la ricorda con 2 intere pagini culturali e 3 articoli, firmati Simona Forti, Franco Volpi e Vito Mancuso. I titoli dei pezzi non sono un granchè. Ma i testi sono ricchi di aneddoti e citazioni di quella che giustamente Mancuso definisce "uno dei più importanti pensatori del Novecento".
Si parte dell'esperienza mistica del 1938, che Simone Weil, la "ragazza che tiene testa a Trockij", "così antireligiosa al punto da rompere la rompere l'amicizia con una compagna divenuta cattolica", descrive così: «Cristo è disceso e mi ha presa».
«Nei miei ragionamenti sull'insolubilità del problema di Dio non avevo previsto questa possibilità di un contatto reale, da persona a persona, quaggiù, fra un essere umano e Dio....ho soltanto sentito, attraverso la sofferenza, la presenza di un amore analogo a quello che si legge nel sorriso di un viso amato».
Si trattò di una conversione particolare, spiega Mancuso, perchè Simone Weil scelse di non chiedere il battesimo e di non entrare nella Chiesa: «La mia vocazione è di essere cristiana fuori della Chiesa». Perchè - bellissimo - «la Chiesa non è cattolica (cioè universale) di fatto, come lo è di nome».
Non si allarmi per queste frasi chi si considera "dentro" e non si esalti chi pensa di stare "fuori". Simone Weil, nei limiti e nelle contraddizioni della comune condizione umana, scavalca e oltrepassa per intuizione, fede, intelligenza ed amore qualsiasi "recinto".
Come dimostrano ancora queste due citazioni:
«Credo in Dio, nella Trinità, nell' Incarnazione, nella Redenzione, nell' Eucaristia, negli insegnamenti del Vangelo». E insieme però: «Non riconosco alla Chiesa nessun diritto di limitare le operazioni dell' intelligenza o le illuminazioni dell' amore nell' ambito del pensiero».
O ancora:
«Ogniqualvolta un uomo ha invocato con cuore puro Osiride, Dioniso, Krshna, Buddha, il Tao, ecc., il figlio di Dio ha risposto inviandogli lo Spirito Santo. E lo Spirito ha agito sulla sua anima, non inducendolo ad abbandonare la sua tradizione religiosa, ma dandogli luce - e nel migliore di casi la pienezza della luce - all' interno di tale tradizione».
Grazie Alessandro.
RispondiEliminaPenso che leggerò qualcosa di lei...
trovo che la riflessione su "..Osiride, Dioniso, Krshna, Buddha, il Tao.." sia bellissima.
Mette a tacere (o dovrebbe) parecchi nostri modi di pensare e di agire di oggi ..
Ciao
Domenico