lunedì 7 gennaio 2008

Antologia dello sguardo fresco

"Valutare una narrazione significa valutare uno sguardo e la sua adeguatezza". Così Antonio Spadaro, gesuita e critico letterario, in un articolo sulla letteratura significativamente intitolato "Romanzo, che cosa resta?".

"È tutta questione di sguardo - scrive -. Per lo scrittore tutto trova verifica nel suo occhio. È questa, infatti, la domanda che sempre mi pongo davanti a un libro: cosa vede? Cosa mi fa avedere? Come me lo fa vedere?" E lancia quindi come battuta l'idea della compilazione di una "antologia dello sguardo fresco", collazione di "pagine in grado di comunicare uno sguardo ingenuo sulla realtà, da quella migliore e solare a quella più dura e tragica".

"Quella dell'indignazione o della rassegnazione - continua Spadaro - non è "la strada obbligata" per la letteratura, come molti invece contiinuano a credere. Esiste un compito molto più propositivo di quello di smascherare il volto negativo e drammatico della realtà, intesa necessariamente come crudele e tragica. Un compito forse anche "epico": "quello di far fare un'esperienza nuova della realtà, del mondo, della vita".

Come? Attraverso pagine "libere dalla stanchezza del rancore e del fallimento necessario, dal torpore del sentimentalismo, dalla banalità del puro gioco delle forme; pagine che conoscono la perdizione del naufragio, ma anche la grazia della salvezza; pagine che sappiano guardare alla realtà così com'è, senza rimedi e senza l'airbag della militanza indignata o colta".


(Foto da Flickr, creative commons, pasotraspaso, Fish's protest)

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